«È sconcertante la notizia che Aurora Tila, la tredicenne di Piacenza per la cui morte è indagato il fidanzato 15enne, si rivolgeva a un’applicazione di intelligenza artificiale, chiedendo consigli sulla sua relazione sentimentale. Non è infatti concepibile che un’adolescente preferisca affidarsi all’intelligenza artificiale anziché rivolgersi ai propri coetanei, ai genitori, ai parenti, agli educatori e anzi abbia perfino evitato il confronto con le sue coetanee, come se da uno smartphone si potessero avere responsi più attendibili su questioni affettive. Il tragico caso di Aurora che chiedeva a ChatGpt se doveva lasciare il fidanzato e cercava di capire tramite una applicazione se la sua relazione fosse tossica o meno è un campanello d’allarme da non sottovalutare. Se i ragazzi preferiscono interrogare l’intelligenza artificiale anziché persone della loro cerchia familiare e affettiva non basta mettere un filtro alle applicazioni ma si devono indagare le cause profonde del disagio delle nuove generazioni».
Lo dichiara Susanna Donatella Campione, senatrice di Fratelli d’Italia, componente della Commissione Giustizia di Palazzo Madama e della bicamerale contro la violenza sulle donne.