Omicidio Ramelli. Rampelli (FdI): martire di quegli anni che non devono tornare mai

Delitto maturato all'interno della scuola con la complicità di docenti cattivi maestri

“A 50 anni dalla morte di Sergio Ramelli, il suo ricordo ancora accende i nostri cuori con un chiaro intento: mai più. Questo delitto è particolarmente doloroso poiché maturò all’interno della scuola, con la complicità di docenti cattivi maestri che resero pubblico un tema in cui Sergio osava condannare le Brigate Rosse. Tanto bastava, in un clima di indottrinamento cieco e violento, per fargli meritare il pestaggio e la morte, da considerarsi un giusto servizio per la democrazia. Sono stati centinaia i ragazzi innocenti, di destra e di sinistra, travolti da un destino crudele o costretti a inaudite sofferenze a causa della strategia della tensione. Alcuni, pochi, hanno avuto giustizia, ma la gran parte se la sono vista negare da un sistema giudiziario poco attento ai “figli di un Dio minore”. Lo Stato decise di mettere un freno a quella spirale d’odio quando il terrorismo rosso passò dalla mattanza dei giovani di destra a obiettivi più importanti, ufficiali delle Forze armate, docenti universitari, giuslavoristi, amministratori di grandi aziende, giudici, dirigenti sindacali, personalità di governo.
Oggi è giusto che tutti ricordino Sergio Ramelli, così come alla sinistra spetta il compito di non dimenticare i propri martiri e offrirli alla memoria condivisa in occasione dei loro anniversari. Meno nobile è citare i ragazzi di sinistra assassinati negli anni di piombo in occasione dei 50 anni dell’orribile esecuzione di Sergio Ramelli, come qualcuno oggi ha fatto. È come dire che, in fondo, se lo meritava…
E infatti ancora oggi non è difficile ritrovare, esclusivamente nel vocabolario della Sinistra, parole d’odio di una forza tale da riecheggiare la follia di quegli anni. Ancora oggi passano spesso inosservate, solo agli occhi della stampa di sinistra, le aggressioni presso militanti e giovani di destra, cui si vuole impedire con la violenza il diritto di parola perfino nelle campagne elettorali universitarie. Ancora oggi, ex brigatisti vengono trattati con bonaria dimenticanza.
Avendo conosciuto le regole di quel gioco perverso, in cui chi ci guadagnava non erano nemmeno i carnefici materiali bensì chi alimentava quelle tensioni, noi difendiamo non solo il diritto della nostra parte ad avere uno spazio politico in questa democrazia, ma quello di tutti. Per Sergio, e per tutti coloro che l’hanno seguito in quel tragico destino, questo è il nostro impegno. Ai colleghi di sinistra offro ancora una volta la possibilità di istituire una commissione d’inchiesta parlamentare bipartisan limitata esclusivamente ad approfondire la verità storica sulla violenza politica di quegli anni, per smascherare quei burattinai che hanno messo in mano a ragazzi di vent’anni armi da guerra, trasformando l’impegno politico in un’ecatombe” E’ quanto scrive il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia sulla sua bacheca Facebook.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.