Onorificenza Tito. Urzì (FdI): sinistra nega storia, nostra pdl arriverà in Aula

“Sulla revoca dell’onorificenza di cavaliere di gran croce della Repubblica italiana al dittatore Tito è riaffiorato oggi in commissione Affari costituzionali della Camera il vecchio armamentario ideologico della sinistra. La distinzione l’ha fatta l’onorevole Gianni Cuperlo, attento nel definire il maresciallo Tito un dittatore, ma molto più in difficoltà a riconoscere come meritoria l’iniziativa legislativa portata in parlamento da due distinte iniziative di legge a prima firma Rizzetto e Rampelli. Si celebri questo momento come il completamento del percorso di acquisizione di consapevolezza storica consacrata dalla introduzione fra le giornate del calendario repubblicano di quella dedicata al ricordo delle Foibe. Purtroppo il richiamo a il rischio di “opposte retoriche negazioniste” o di “uso politico della storia” richiamato dal partito democratico ha mostrato la difficoltà ancora oggi esistente a chiudere i conti con una storia orribile che ha mutilato l’Italia e procurato una frattura solo oggi faticosamente ricomposta in uno spirito di fratellanza europea. Che però non può precludere il giudizio sulla storia. La Repubblica italiana non può tollerare onorificenze al carnefice Tito, ma non può nemmeno sopportare i giustificazionismi che per decenni hanno negato all’Italia il diritto di conoscere quella tragedia. Gli assassini non potranno mai essere posti sullo stesso piano delle vittime.
Il provvedimento, che troverà la sintesi in un testo unico, sarà presto portato in aula”. Lo ha dichiarato Alessandro Urzì, capogruppo di Fdi in Commissione Affari Costituzionali della Camera.

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