Un panel che guarda al futuro della geopolitica mondiale, tra tensioni crescenti e nuovi equilibri. Oriente e Occidente sembrano tornare su due fronti contrapposti, con l’Europa e l’Italia chiamate a decidere quale ruolo giocare. Dall’America alla Cina fino all’Italia, esperti, politici e analisti hanno discusso scenari, sfide e opportunità, mettendo al centro la posizione strategica del nostro Paese.
Dal Giappone con Mario Vattani
Ad aprire i lavori una sorpresa, un videocollegamento da Osaka: Mario Vattani, Commissario per l’Italia a Expo 2025, che mostra il meraviglioso Padiglione Italiano e sottolinea: “L’Italia ha un rapporto speciale con il Giappone, un rapporto da pari a pari che ci distingue dagli altri Paesi europei.”
Europa e globalizzazione in crisi?
Introduce l’On. Paolo Inselvini (Eurodeputato ECR-GN): “L’Europa e l’Occidente stanno perdendo centralità. L’Oriente invece si compatta e mostra i muscoli.”
Poi la domanda all’analista geopolitica Greta Cristini: la globalizzazione è finita?
“È sicuramente in crisi, perché il primato americano vacilla. Negli USA convivono due anime: una che vuole mantenere l’egemonia globale (come Marco Rubio), un’altra che non crede più nel ruolo di ‘regolatore del mondo’. In questo spazio, i BRICS e i Paesi non allineati avanzano.”
La guerra in Ucraina e il fronte dei media
Il reporter Francesco Semprini (La Stampa) ricorda come la Russia abbia puntato a Kiev e agli sbocchi sul mare, ma sia stata tradita dal “generale inverno”, che in attacco non ha favorito Mosca.
Poi sul ruolo che stanno avendo tutto il popolo ucraino: “Questa guerra ha risvegliato negli ucraini un patriottismo sopito, e Putin non se lo aspettava.”
Poi avverte: “Oggi c’è anche un nuovo fronte, quello dell’informazione (e della disinformazione sistematica): bisogna verificare, fare fact-checking. Non affidatevi solo ai social media!”
Sul ruolo geo strategico dell’Italia ed in generale sull’Europa: “La proposta di Giorgia Meloni, cioè un meccanismo basato sull’articolo 5 NATO che assicurari a un Paese esterno come l’Ucraina la sua protezione, resta il modello più solido!”
Il Mediterraneo e l’Africa: la sfida di Minniti
L’ex Ex Ministro dell’interno Marco Minniti (Presidente Fondazione Med-Or), invitato per la sua voce di sinistra, ma realista, sottolinea la centralità del Mediterraneo: “ciò che avviene qui è decisivo per l’equilibrio mondiale!”
L’Africa, spiega, non è un continente povero: possiede risorse immense, ma mentre la Cina ha consolidato il suo controllo su parte di esse, l’Europa ha distolto lo sguardo.
Il concetto chiave che porta avanti è questo: senza il “Sud del mondo” non è possibile costruire un nuovo ordine globale, e l’Italia può diventare il ponte naturale tra Occidente e Sud del mondo grazie alla sua incredibile posizione geo strategica.
Poi incalza e conclude: “L’Occidente non può lasciare l’Africa e il Sud del mondo nelle mani delle autocrazie.”
Immigrazione e integrazione
Il dibattito si sposta sull’immigrazione. L’On. Sara Kelany (FdI) denuncia:
“L’incapacità di regolare i flussi e favorire un’integrazione sana è figlia dell’ideologia massimalista progressista. L’Italia si è salvata grazie al fatto che è il paese degli 8.000 campanili: nelle piccole comunità, forti dei propri valori, l’integrazione è più semplice. Nelle grandi periferie, invece, i problemi già si vedono.”
Rivendica i risultati del governo: “Se perfino il laburista Starmer indica il modello Meloni come esempio da seguire, significa che il loro modello è fallito mentre il nostro funziona.”
Poi, per far capire quanto il tema la tocchi personalmente e profondamente, ricorda: “Sono figlia di un percorso migratorio. Mio padre arrivò in Italia da ragazzo, crebbe quattro figlie e ci fece studiare, ma senza mai chiedere di rimuovere il crocifisso dalle aule.”
Cirielli: la vera sfida è coi regimi non democratici!
Il Viceministro agli Esteri On. Edmondo Cirielli propone una chiave diversa: distinguere tra paesi democratici e non democratici.
Spiega che la sinistra occidentale, negli ultimi anni, ha preferito limitarsi a condanne morali verso i regimi autoritari. Una linea che non ha portato risultati, anzi ha inasprito quei regimi. E lo dimostrano gli oppositori di quei paesi scomparsi, se non morti.
“Non si può pensare di imporre loro un modello. Alcuni Paesi non allineati hanno scelto di stare con loro e non con noi perché non li hanno mai giudicati.”
La soluzione? “Aprire un dialogo rispettando le storie di ogni Paese. Questa è la vera diplomazia, non finanziare opposizioni o tentare ribaltamenti di regime.”
L’Italia torna a contare!
Il panel ha mostrato prospettive diverse e complementari. Un filo conduttore emerge: l’Italia, grazie al governo guidato da Giorgia Meloni, sta riconquistando credibilità internazionale.
La sfida però resta, ed è enorme: lavorare affinché l’Europa e l’Occidente non cedano il passo in un mondo che torna a dividersi in blocchi.