Pac, approvata in IX Commissione la risoluzione. De Carlo (FdI): “Meno burocrazia e costi, più attenzione alle aziende”

È stata inviata al Presidente del Senato Ignazio La Russa la risoluzione approvata dalla IX Commissione Senato – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare in merito alla «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento UE per quanto riguarda il sistema di condizionalità, i tipi di intervento sotto forma di pagamenti diretti, i tipi di intervento in determinati settori, lo sviluppo rurale e le relazioni annuali sull’efficacia dell’attuazione e del regolamento UE per quanto riguarda la governance dei dati e dell’interoperabilità, la sospensione dei pagamenti in relazione alla verifica annuale dell’efficacia dell’attuazione, i controlli e le sanzioni».

Ad inviare la documentazione alla seconda carica dello Stato è il presidente della IX Commissione Senato, Luca De Carlo: “Le richieste che abbiamo inviato al Governo affinché se ne faccia portavoce all’interno delle istituzioni europee sono chiare: meno burocrazia, che si traduce anche in una riduzione di costi per le imprese, e più attenzione alle aziende, che va dalla semplificazione al sostegno economico. Sono dodici i punti che abbiamo voluto evidenziare: tra questi, c’è la richiesta di “sollevare” dalle regole di condizionalità ambientale le superfici – e non solo le aziende – certificate biologiche; c’è la necessità – visto l’attuale quadro geopolitico – di mantenere invariata la riserva agricola e di non limitarne l’uso alle sole turbative di mercato; c’è la richiesta di estendere a tre anni il periodo nel quale, dopo la fine della programmazione, è possibile spendere le risorse destinate allo sviluppo rurale, così da garantire maggiori certezze alle imprese; chiediamo meno burocrazia, meno “carte”, anche attraverso l’implementazione dell’uso di tecnologie digitali, magari già dal corso di quest’anno. Insomma, sono richieste di buon senso che possono aiutare il lavoro delle nostre aziende, anche con un occhio alle risorse pubbliche che con questi accorgimenti finirebbero per essere spese meglio senza perdersi in oneri eccessivi per le amministrazioni e per le comunità”.

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