Partite Iva. Ricchiuti (FdI): Basta legislazione punitiva, Governo e Parlamento sostengano attività

“Sono oltre dieci anni che il nostro Paese vede abbassare definitivamente saracinesche di negozi e botteghe, spesso storiche, nella totale indifferenza generale. Il grido di allarme e la sofferenza di artigiani e commercianti e più in genere delle attività produttive non inizia certo oggi, ma è un’inascoltata agonia di molti anni. La pandemia ed ora i venti di guerra hanno solo accentuato una crisi ormai endemica. Troppo semplicistico dare la colpa ai piccoli imprenditori di non sapersi reinventare o modernizzarsi. Quando si ha scarsa liquidità e si naviga al buio non è per niente semplice fare previsioni e dei piani di investimento. La realtà è davanti agli occhi di ognuno, la percezione della gravità a cui si è giunti è evidente con interi quartieri consegnati al degrado e/o al commercio extracomunitario. Perché è questo che accade quando si spegne una insegna. Viene meno un presidio di sicurezza. Non è più possibile continuare a pensare ai negozi di vicinato con le stesse leggi fiscali degli anni ’90. Serve un nuovo approccio, servono nuove regole per mettere in condizione questa moltitudine di operatori commerciali di ridurre il gap con gli store online e centri commerciali. Nell’ultimo anno, come rilevazione Istat, per la prima volta si è scesi sotto i 5 milioni di Partite Iva attive e saranno decisamente in ulteriore calo con i debiti accumulati in questi anni oltre la pandemia, e con milioni di cartelle esattoriali in pancia alla società di riscossione pronte a partire, unitamente alla miopia del governo di concedere una sanatoria tombale. Il governo e il Parlamento possono e devono creare nuove condizioni per agevolare tali attività. Introdurre per esempio il concetto di “attività residuali” con una fascia di free tax a 12mila euro (un reddito mensile di mille euro) e abolendo i minimali contributivi al momento fissato a circa 4mila euro a prescindere dal reddito. Al momento vi è solo una legislazione punitiva e che sconsiglia anche ai nostri di giovani di provarci. Il risultato è che ormai la maggior parte di loro è alla ricerca di un posto “fisso”, anche precario, o il trasferirsi all’estero lasciando campo libero alle multinazionali e privandoci delle migliori energie. Un Paese afflitto da deficit demografico come il nostro non può permettersi tutto ciò. Fratelli d’Italia non sarà mai complice di questo declino”.

 

Lo dichiara Lino Ricchiuti, viceresponsabile del Dipartimento Imprese e Mondi produttivi di Fratelli d’Italia.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Leggi anche

Articoli correlati