Stop alle furbizie ai danni dei consumatori: una proposta di legge di FdI garantisce più tutele

Nell’ultimo decennio l’Italia e molte altre economie avanzate hanno visto la diffusione di pratiche commerciali scorrette volte a rendere difficile al consumatore di reagire tempestivamente a incrementi rapidi e unilaterali di prezzi addebitati per merci o servizi.
Proprio per rispondere a queste criticità è stata depositata in questi giorni dall’onorevole Carmen Letizia Giorgianni (FdI) una proposta di legge che rappresenta un importante passo avanti nella tutela dei consumatori (e dell’ambiente).

La proposta rappresenterebbe un passo in avanti nella tutela dei consumatori garantendo più trasparenza e più tutela nei contratti di fornitura di beni e servizi: in particolare se il gestore decide di aumentare il prezzo in modo unilaterale, dovrà comunicarlo in modo chiaro al consumatore che avrà un congruo tempo per recedere dal contratto; inoltre il recesso dovrà essere senza spese per il consumatore.

Con il provvedimento si agisce inoltre nella cosiddetta “sgrammatura”, shrinkflation in inglese, termine coniato sul finire degli anni 2000 per indicare l’aumento del prezzo unitario di una merce mediante contrazione della quantità nella confezione in vendita. Secondo l’Istat, già nel periodo 2012-2017, ha interessato in Italia ben 7.306 prodotti che hanno subito delle riduzioni di qualche tipo (quantità, qualità o dimensioni), e in 4.983 casi il prezzo ha subito addirittura un concomitante rialzo. Il consumatore in molti di questi casi non rileva facilmente l’aumento di prezzo, specie se le caratteristiche grafiche e dimensionali degli imballaggi rimangono pressoché inalterate.

Parallelo alla sgrammatura e coerente con i suoi fini è poi il fenomeno del cosiddetto over-packaging, in cui le dimensioni dell’imballaggio esterno di un prodotto sono considerevolmente maggiori di quanto necessario per custodirne il contenuto, in modo da dare l’impressione visiva di una maggiore quantità di prodotto. In questo caso non solo viene assecondata una percezione ingannevole circa il prezzo unitario della merce, ma si aumentano il suo costo di produzione e il volume di imballaggio che sarà successivamente necessario smaltire, con i relativi costi per la collettività e danni per l’ambiente.

La presente proposta di legge mira, all’art. 1, comma 1, lettera a), a inserire entrambe queste pratiche tra le azioni ingannevoli ai sensi del Codice del consumo: la riduzione della grammatura non è di per sé illegale, ma lo diventa qualora il consumatore non venga adeguatamente informato della riduzione. D’altro canto, l’indicazione della grammatura può non essere sufficiente se si userà lo stesso imballaggio con contenuti di prodotto inferiori, anche fino al 30%.

L’art. 1, comma 1, alla lettera b), aggiunge inoltre tra le pratiche commerciali considerate ingannevoli le oscillazioni di prezzo al rialzo di carattere speculativo, cioè non giustificate da reali fattori di costo. Oggi ci sono limiti stringenti in senso opposto, cioè alla vendita sottocosto, ma non è previsto nessun tetto ai rincari, il tutto a vantaggio di chi aumenta il prezzo in modo eccessivo ai danni del consumatore.

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