Pellegrino (FdI): Acca Larentia. Istituzioni lavorino per concreta pacificazione nazionale

“Con la strage del Tuscolano inizia una lunga scia di morte con esecuzioni sommarie, vendette alla cieca, suicidi, terrore che insanguinò Roma e l’Italia per più di un decennio nella guerra tra rossi e neri.

In questa guerra molti assassini rimasero ignoti, molti furono fatti scappare all’estero; troppe azioni furono giustificate politicamente da una selezione ideologica delle vittime che narrava come uccidere un fascista non fosse un reato; tante sono le prove che ci fossero ambienti perversamente interessati a speculare sullo scontro tra le due parti.

Molti misteri ci portano, infine, a pensare che lo scenario all’interno del quale si compivano questi atti di terrore fosse ben più ampio: la mitraglietta Skorpion usata ad Acca Larentia venne successivamente utilizzata per assassinare l’economista Ezio Tarantelli (1985), l’ex sindaco di Firenze Lando Conti (1986) ed il senatore Roberto Ruffilli (1988), tutti omicidi firmati dalle Brigate Rosse. E la strage del Tuscolano anticipa di soli due mesi l’agguato brigatista di via Fani.

E’ indispensabile, perciò, e non più prorogabile che il Parlamento continui ad indagare sui legami tra il terrorismo politico in Italia, le Brigate Rosse e le attività svolte dai servizi segreti nazionali e stranieri nel nostro Paese per approdare ad una Verità completa e non accontentarsi di quella di comodo, tanto sbandierata da certa parte politica in questi decenni.

E’ ancora più importante che le Istituzioni si facciano promotrici del superamento dell’odio tra fazioni e lavorino per una definitiva pacificazione nazionale al fine di scongiurare un ritorno alla violenza politica.”

Lo scrive in una nota Cinzia Pellegrino, coordinatore nazionale del Dipartimento tutela Vittime di FdI.

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