“La sera del 2 febbraio 1983 Paolo Di Nella, mentre promuoveva con dei manifesti un’iniziativa ambientalista, venne colpito alle spalle violentemente con un tondino sulla nuca. Iniziò da qui il lungo calvario che lo portò alla morte il 9 febbraio, dopo una settimana di coma. Gli assassini, identificati in due militanti di Autonomia Operaia, dopo alterne vicende furono prosciolti e a tutt’oggi l’omicidio di Paolo non ha colpevoli. In questi tempi nuove ondate di odio politico tornano a riversarsi nelle nostre città, come la devastazione della sede di Fermo di Fratelli d’Italia, a significare che nulla è stato appreso dal sangue versato in quegli anni. Esistono ancora vittime di serie A e vittime di serie B. Esiste un political correct che nega la dignità a molte persone e diritti umani fondamentali, come quello al ricordo.
L’anno scorso Facebook ha chiuso alcuni account ed alcune pagine proprio perché ricordavano questo efferato delitto. Nonostante questo, noi continueremo a ricordare.
Nonostante questo, noi continueremo a batterci per la Libertà.”
Queste le dichiarazioni di Cinzia Pellegrino, Coordinatore Nazionale del dipartimento tutela Vittime di Fratelli d’Italia, nell’anniversario della scomparsa del dirigente del Fronte della Gioventù.