Mi unisco alla protesta delle marinerie che in questi giorni stanno chiedendo al governo Draghi misure urgenti contro il caro gasolio e un sostegno concreto a un comparto chiave della nostra economia nazionale, già piegato dalla pandemia. Il gasolio per la pesca è più che raddoppiato, salendo negli ultimi cinque giorni di 12 centesimi e arrivando a costare un euro e trenta al litro, in pratica una media di 1800 euro per cinque giorni di lavoro: è chiaro che stando così le cose i costi giornalieri superano di gran lunga i guadagni, costringendo i pescherecci a fermarsi e lasciando i nostri mercati privi di pesce fresco azzurro e bianco (sardine, sgombri, merluzzo, scampi, sogliola solo per citarne alcuni).
Ricordiamo che il gasolio rappresenta il 60% dei costi fissi in un’impresa di pesca ed un suo aumento così significativo sta rendendo insostenibile l’attività, fermando il lavoro a migliaia di imprenditori e di famiglie italiane che da generazioni praticano questa attività, come sta avvenendo anche nel porto di Viareggio.
A questo si aggiunge la riduzione da parte del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali delle giornate di pesca per il 2022, una limitazione incomprensibile, che affonda definitivamente la flotta peschereccia italiana, portandola sotto la soglia della sostenibilità economica e facendo sparire dalle tavole italiane il pescato Made in Italy.
Come Fratelli d’Italia, sono a fianco dei pescatori e degli imprenditori del settore: chiederemo all’esecutivo di intervenire immediatamente e mettere in sicurezza un settore strategico della nostra economia e mi attiverò personalmente per sostenere i pescatori del territorio al quale comunico fin da adesso la mia totale disponibilità per azioni di supporto anche nella X Commissione della Camera.
Lo dichiara Riccardo Zucconi, deputato di Fratelli d’Italia e Capogruppo FdI in X Commissione – Attività produttive, commercio e turismo.