Piano rom, Rocca (FdI): finalmente il centrosinistra certifica quello che diciamo da anni, la maggioranza dei rom a Roma non sono italiani

Tante e troppe volte ci siamo sentiti rispondere che i rom non potevano essere allontanati dai campi perché sono quasi tutti italiani ma oggi finalmente in Commissione per voce dell’Assessore alle Politiche Sociali e alla Salute Barbara Funari abbiamo appreso che nei villaggi della solidarietà, ossia, quelli gestiti da Roma Capitale, i rom italiani sono circa il 16%. Finalmente possiamo dire che avevamo ragione e che questa scusa è stata utilizzata sia dalla sinistra che dal M5S per non attuare le leggi in vigore nel nostro paese. La stragrande maggioranza di rom, sinti e caminanti proviene dai paesi dell’ex Jugoslavia e poco più del 10% dalla Romania.

Dichiara Federico Rocca consigliere capitolino di Fratelli d’Italia e Presidente della Commissione controllo, garanzia e trasparenza di Roma Capitale.

Per questo ho ribadito nuovamente all’amministrazione la necessità di controllare chi ha diritto a stare sul suolo italiano o meno in base alle normative vigenti. Gli extracomunitari, quindi i cittadini provenienti dai paesi della ex Jugoslavia devono avere il permesso di soggiorno, chi non lo ha perché continua a vivere nei campi e ricevere i nostri servizi quando dovrebbe essere riaccompagnato nel loro paese d’origine? Idem per i cittadini europei, quindi i romeni, i quali in base alla direttiva europea 38/2004 devono avere specifici requisiti per vivere in un altro paese dell’Unione. L’assessore ha risposto che sono norme inattuabili e che Roma Capitale può fare poco, quindi sostanzialmente siamo alla resa anche se noi dovremmo erogare i nostri servizi solo a chi è in regola con i documenti.

Nel nuovo piano illustrato saranno stanziati 12,9 mln di € di fondi europei per i quali sono stati avviati dei bandi che dovranno rispondere alla richiesta di co-progettazione di soluzioni con il terzo settore, contrasto all’antiziganismo, regolarizzazione dei documenti, promozione della salute, contrasto alla dispersione scolastica, formazione per l’avviamento al lavoro e per la nascita di piccole imprese, corsi di formazione e di orientamento, formazione lavorativa, tirocini e apprendistato.

Solo il tempo ci dirà se sarà stato l’ennesimo libro dei sogni e di dispendio di risorse pubbliche – conclude Rocca – nel tentativo di provare ad integrare delle comunità che nel corso degli ultimi 3 decenni non hanno dato grandi segnali di volersi integrare e cogliere le opportunità che le amministrazioni hanno messo a disposizione, su tutto la scolarizzazione visto che oggi solo il 13% dei bambini rom va a scuola, questo non per loro scelta ma per volontà dei genitori che preferiscono avviarli ad altre attività..

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