Nel massimo rispetto di coloro che ieri hanno firmato il protocollo d’intesa, e senza negare le criticità della cittadella giudiziaria di piazzale Clodio, reputo del tutto inopportuna la costruzione di possibili nuovi edifici di fronte all’area protetta di Monte Mario, ricadente nel perimetro dei parchi romani di Roma Natura. Prima di interventi così impattanti a 300 metri da San Pietro e dalla Cappella Sistina, ricordando gli impegni presi nel 2022 da tutti i candidati alle elezioni politiche di quel collegio elettorale al cospetto dei cittadini, eletti e non, e con la memoria agli indirizzi storici dati da FDI in materia urbanistica occorre verificare fino in fondo possibilità alternative.
Al riguardo c’è una mia interrogazione parlamentare richiesta dal territorio, dalle associazioni e dai nostri eletti. Prima di costruire nuove cubature facendo saltare i vincoli ambientali, cancellare o quasi un parco pubblico per i pochi bambini sopravvissuti del centro storico, occorre verificare la possibilità di cambiare destinazioni d’uso a edifici esistenti o sostituirli con nuovi, demolendo e ricostruendo. Si ha il dovere di valutare ogni alternativa meno impattante a tutela dei cittadini e del centro storico che già subiscono da decenni l’orrore degli edifici del Tribunale di Roma e della sua crescita disordinata e irrispettosa dei luoghi. Vale la pena ricordare lo scempio realizzato ai danni del Borgo San Lazzaro.
Il no al consumo del suolo non ha senso se si costruisce un cospicuo edificato a poche centinaia di metri dalle Mura vaticane. Anche lo spazio verticale infatti è prezioso, lo è il paesaggio millenario di Monte Mario che alla stessa stregua non va consumato, deturpando una cartolina che ha resistito allo sviluppo compulsivo della capitale. Si prenda esempio da ciò che fa l’Agenzia del Demanio che sta realizzando un mega hub per gli archivi della Pubblica amministrazione, digitalizzandoli. Un progetto meraviglioso che riusa e trasforma giganteschi hangar militari abbandonati, riqualificandoli e liberando le aree centrali dalle funzioni meno coerenti.
Queste cubature dovrebbero ospitare anche gli archivi del Tribunale? Occorre precisare poi che Roma, allo stato, non è attrezzata qualora i pasdaran dell’architettura modernista insistessero a voler realizzare edifici ad alta densità, per garantire la sicurezza di questi elementi. Incendi in strutture simili diverrebbero stragi, non ci sono le attrezzature giuste per l’Intervento dei VV.FF. il cui personale è drammaticamente carente. La città deve modernizzarsi, certo, e lo sta facendo anche il Tribunale sempre meno frequentato, con processi sempre più spesso telematici e camere di consiglio senza la presenza delle parti. Ma se l’esigenza di maggiori spazi è reale, allora si abbia il coraggio di demolire e ricostruire razionalizzando, invece di peggiorare una situazione già precaria. Considerazioni non mie… È “la città dei 15 minuti” che parla, per conto dei suoi celebranti. Prendiamoci il tempo giusto per fare, ma per fare bene”.
È quanto scrive sulla sua bacheca Facebook il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.