Si intitola “Sfide e opportunità del Pnrr” il seminario organizzato questo pomeriggio in Senato da Fratelli d’Italia in collaborazione con Radio Parlamentare. A partecipare all’incontro sono stati il viceministro allo Sviluppo economico, Gilberto Pichetto Fratin, oltre a vari parlamentari di FdI, rappresentanti degli Enti locali e rappresentanti di categoria dell’Italia produttiva.
“Per il capogruppo al Senato di Fratelli d’Italia, Luca Ciriani, “il Pnrr è un piano che non ha trovato in aula il luogo per la sua adeguata discussione, come invece avrebbe dovuto essere. Se ne è discusso a cavallo fra il 2020 e il 2021 ma soprattutto sui media e sappiamo che proprio questo tema ha causato la caduta del governo Conte bis e la nascita di quello Draghi. Ma sappiamo anche che le risorse e i finanziamenti europei non arriveranno se non verranno effettuate dal nostro eterogeneo governo riforme strutturali significative, come quelle sul fisco, la Pubblica amministrazione e la Giustizia. Sulle prime due ancora non vi è traccia, sulla terza abbiamo assistito ad una pallida riforma del processo penale e qualcosa dovremmo vedere su quella civile. Resta il fatto che come forza di opposizione il nostro ruolo è quello di porre domande e ottenere risposte, ed è quello che intendiamo fare con appuntamenti come quello odierno da noi promosso”.
“Sul Pnrr – ha sottolineato l’organizzatore del seminario, senatore Andrea de Bertoldi di FdI – permangono molti dubbi, incertezze e preoccupazioni. Il nostro seminario ha avuto proprio l’obiettivo di capire cosa manca affinché questa ingente quantità di denaro, che ricordo essere a debito per due terzi, non venga sfruttata in maniera inferiore alle attese. Noi chiediamo al governo di istituire immediatamente un tavolo di regia non solamente per l’attuazione del Programma ma anche per dare funzionalità a quelle che sono le linee parallele al Pnrr, cioè le riforme attraverso le quali il piano potrà sviluppare appieno le sue potenzialità. Per la riforma fiscale, ad esempio, ci sorge il dubbio che la si voglia fare finanziando le sue coperture, che ammontano al momento a solo 3 miliardi, attraverso una nuova tassazione sugli immobili. Ben venga la riforma fiscale ma siamo ovviamente contrari come forza politica di opposizione ad attuarla con un prelievo dalle tasche degli italiani con una sorta di patrimoniale. Noi vorremmo che il flusso di denaro dei nostri conti correnti fosse incanalato a favore delle Pmi e non come è accaduto fino ad oggi alla finanza, che ha causato la fuoriuscita dei nostri capitali dal territorio nazionale. Abbiamo bisogno che il sistema bancario affianchi l’attuazione del Pnrr perché le riforme hanno bisogno di denaro, e senza le riforme, come anche quelle della Pubblica amministrazione della Giustizia, non si potrà rendere l’Italia protagonista nell’Europa del futuro”.
Secondo il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, “le Regioni e gli Enti Locali, che sono i principali soggetti attuatori del Pnrr, non sono state coinvolte dal governo. Se si pensa che il Pnrr nasce dalla pandemia per mettere in sicurezza la sanità, i 6 miliardi stanziati sono assolutamente insufficienti, tenuto conto che solo 1 ne servirebbe per l’Abruzzo, e occorre anche ridurre il divario infrastrutturale non solo fra nord e sud ma anche fa est e ovest, fra la costa tirrenica e quella adriatica”.
Secondo il responsabile Enti Locali di FdI, Guido Castelli, “l’impostazione del Pnrr tradisce la sua vocazione centralista nel nome del facciamo presto, facciamo subito, quando invece per fare riforme incisive serve un tempo di compensazione, insomma serve il tempo giusto. L’impostazione centralista rifiuta la complessità dell’Italia perché è sì sacrosanto fare gli investimenti ma il dopo prevede anche il mantenimento delle infrastrutture e qui entrano in gioco le autonomie, cosa di cui nel Pnrr non si tiene conto poiché ci si vuole basare sugli interventi macroscopici senza tenere conto delle specificità dei territori”.
Per il consigliere regionale del Lazio di FdI Chiara Colosimo “il Pnrr non contempla la possibilità per i piccoli Comuni di accedere ai fondi del piano, quando si sa che il nostro territorio nazionale ha la sua ossatura proprio nelle realtà più piccole”.
Per il deputato di FdI Galeazzo Bignami “è necessario procedere ad una ristrutturazione complessiva del Pnrr, il concetto di resilienza non è un concetto che esalta particolarmente ed è per questo che riteniamo necessaria una svolta culturale intesa come forma di ristrutturazione per far tornare l’Europa protagonista, dobbiamo fa sì che sia l’Europa al servizio dell’Italia e non il suo contrario.
Per il presidente del Copasir Adolfo Urso “l’Italia è una Nazione di 8mila Comuni la cui ossatura è rappresentata dalla piccola e media impresa. Dobbiamo far diventare tutti partecipi del processo di sviluppo, non dico tutti protagonisti ma sicuramente tutti partecipi. Realizzare 42 riforme in 100 giorni non è certo facile e per questo è necessario il coinvolgimento del Parlamento, partendo dal presupposto che l’Italia deve anche essa passare da un’economia tardo industriale ad una digitale, senza rinunciare alla sua vocazione industriale e affrontare la sfida della fase di trasformazione dei prossimi decenni.