Si è tenuta stamattina, nella Sala Koch del Senato, la presentazione del Rapporto annuale della Corte dei Conti europea sull’esercizio finanziario 2022. I lavori sono stati presieduti dal deputato di Fratelli d’Italia Antonio Giordano, che ha promosso l’incontro. “Il principio di sussidiarietà, che è scolpito in tutti i trattati europei, non sta trovando il giusto punto di collocazione”, ha esordito il parlamentare di FdI. Che ha proseguito: “La sussidiarietà è il limite in cui è più opportuno che lo Stato nazionale gestisca una determinata normativa. Più alziamo il livello di sussidiarietà – ha osservato ancora – più si riducono gli spazi per l’Ue, mentre più lo abbassiamo e più l’Unione europea tende ad esondare: da parte di Bruxelles c’è ‘esondamento’ legislativo, direzione che l’Italia sta cercando di arginare. L’Ue tende infatti a scendere sempre più in verticale sui percorsi legislativi fino ad arrivare a vere aberrazioni – la sua riflessione -. Penso alla normativa degli imballaggi in cui non si tengono conto delle specificità dei singoli Stati. È impensabile che l’Ue possa scendere così in profondità, e quindi abbassare così tanto l’asticella della sussidiarietà, da normare nei dettagli, nella stessa maniera, quel che succede in Svezia e quello che succede in Sicilia”, ha concluso Giordano.
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha posto l’accento sull’attività della Corte dei Conti europei, la quale “ci riconduce a una grande questione complicata ma essenziale, che attraversa la politica amministrativa italiana: bilanciare le esigenze delle amministrazioni di garantire la realizzazione in tempi congrui delle opere pubbliche con la difesa dagli assalti degli infedeli e dei disonesti nei confronti delle risorse pubbliche italiane ed europee assegnate. Ne deriva il problema della paura della firma che attanaglia di incorrere in sanzioni e ripercussioni”, l’osservazione finale di Ciriani.
L’attenzione non può che rivolgersi allora al Pnrr, che, ha spiegato Marco Osnato, deputato di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Finanze alla Camera, “rappresenta una sfida molto importante per l’Italia per dare un nuovo metodo alle amministrazioni pubbliche di intendere le procedure che devono essere più efficaci, trasparenti e veloci. D’altronde – ha proseguito – per la sua realizzazione siamo giudicati da organismi, come la Corte dei Conti, deputati a valutare le performance delle pubbliche amministrazioni. Credo che la semplificazione delle procedure nasca dalla consapevolezza che gli obiettivi che ci poniamo devono essere chiari, misurabili e misurati. Ritengo – ha affermato ancora il parlamentare di FdI – che il Pnrr sia servito, attraverso obiettivi trasversali dalla forte valenza politica, a dare occasione al governo centrale e, a cascata, alle diverse amministrazioni sottostanti di poter lavorare su elementi più concreti con una maggiore e più importante semplificazione. Buona parte dell’azione del governo Meloni nasce anche dalla volontà di dare risposte proprio sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza la cui attuazione è per noi prioritaria”, ha dunque concluso Osnato.
È intervenuta infine Lucia Albano, sottosegretario all’Economia. “Il Pnrr è realmente innovativo e può essere per l’Italia un vero Piano Marshall, non solo per la trasformazione della nostra economia, la spinta degli investimenti strategici e le riforme strutturali, ma anche per l’intero sistema Paese”, ha detto. È dunque importante il rafforzamento della Cabina di regia effettuato dal governo Meloni, che ha inoltre incluso le interlocuzioni con il mondo del partenariato – ha proseguito -. Il nuovo approccio all’attuazione del Pnrr permetterà di realizzare gli investimenti e le riforme che servono al Paese, con la velocità che è necessaria a rispettare gli impegni concordati a livello europeo, ma senza la fretta che rischierebbe di compromettere la migliore allocazione delle ingenti risorse da cui dipende il percorso di sviluppo dell’Italia di domani”, ha concluso la Albano.