“Dobbiamo immaginare un ritorno al sistema bipolare che può essere agevolato politicamente visto che il maggioritario è stato indebolito. Per questo ha ragione Letta quando fa la constatazione: ‘Ci siamo noi o FdI’. Una frase che bipolarizza la campagna elettorale con due partiti che si assumono la responsabilità del governo”.
È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia intervenendo ad Agorà mattina.
Sulle osservazioni relative al simbolo di Fratelli d’Italia, il vicepresidente osserva: “La fiamma c’era anche nel simbolo di Alleanza nazionale con Gianfranco Fini e non è mai stato un problema. Era vicepresidente del Consiglio e perfino ministro degli esteri, non mi risulta che qualche Capo di Stato straniero gli abbia contestato l’uso di quel simbolo. La fiamma poi non è affatto simmetrica alla falce e martello perché, diversamente dal simbolo del comunismo, esiste dal secondo dopoguerra.
Quindi smettiamola con questa storia. Fratelli d’Italia nasce da una costola di An. Anzi addirittura del Msi, e ne rappresentava l’ala anti-nostalgica e modernizzatrice, quella che collaborava con il Direttore della Caritas diocesana Mons Luigi Di Liegro il quale partecipò, con Enrico Gasbarra e Roberto Giachetti, a una storica assemblea antirazzista dentro una sede missina. Dopo che i nostri militanti avevano dormito in tenda a fianco agli immigrati che subirono l’aggressione da parte di naziskin. Quella che consegnò nell’inaugurazione dell’anno accademico de La Sapienza al Rabbino capo Toaff una lettera aperta contro ogni forma di razzismo e antisemitismo, quella che difese il centro per malati di Aids nel quartiere romano dei Parioli dall’assalto di quei Comitati benestanti che oggi stanno col Pd. Racconto questi fatti perché un conto è fare dichiarazioni e proclami altro conto è mobilitare un intero mondo e assumere concretamente posizioni radicali verso fenomeni di intolleranza o complicità con il razzismo”.
Per quanto riguarda la ripartizione dei seggi Rampelli precisa: “Non siamo così voraci e prepotenti. Il criterio da cui si desumono le conclusioni che questi giorni campeggiano sui giornali è quello che è stato sempre usato e che ha fatto valere la media di tutti i principali sondaggi, stabilendo conseguentemente la ripartizione. In questo modo si avrebbe la ripartizione delle candidature con il 50% a FdI e il 50% suddiviso tra Forza Italia e Lega. Queste sono le regole. Poi troviamo assurdo che a ogni legislatura si cambi la legge elettorale con l’intenzione di alterare gli equilibri.”
Saremmo in un sistema maggioritario, previsto all’origine dal Mattarellum, che però è stato manipolato per arrivare a un pareggio sostanziale che consentisse il varo del modello ‘premier esterni’. E dal 1993 a oggi l’Italia ha avuto con Ciampi, Dini, Monti, Conte e Draghi una serie di premier non eletti dai cittadini, tradendo così- ha concluso Rampelli- la natura stessa della democrazia parlamentare, e abbiamo avuto premier frutto di manovre di palazzo come anche per D’Alema, Amato, Letta, Renzi e Gentiloni”.