Sono 17 i ricercatori italiani premiati al maggiore congresso di oncologia a livello mondiale il congresso dell’American Society of Clinical Oncology (Asco), il più grande meeting annuale di oncologia a livello mondiale. La sede dell’evento è Chicago e quest’anno ha avuto luogo dal 30 maggio al 3 giugno. Durante il congresso sono stati presentati oltre 6 mila studi, con annessi i dati rilevati, che potrebbero rappresentare un importante passo in avanti per la pratica clinica di diverse patologie. In una rosa di 137 premiati che provengono da tutto il mondo 17 sono appunto italiani, i quali riceveranno il prestigioso premio Conquer Cancer Foundation Merit Award per i loro lavori, giudicati di “elevato interesse ed innovatività” per le ricadute potenziali sui pazienti.
Tra i 17 ricercatori italiani 8 lavorano in strutture e università presenti sul territorio nazionale mentre 9 sono impiegati all’estero. I ricercatori che lavorano in strutture ed università sul territorio nazionale sono: Veronica Conca (Università di Pisa e Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana); Chiara Mercinelli (Vita-Salute Università San Raffaele); Marta Padovan (Università di Padova); Martina Pagliuca (Scuola Superiore Meridionale); Gabriele Tinè (Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori); Angela Viggiano (Università Federico II di Napoli); Paola Zagami (Istituto europeo di oncologia Ieo, Milano) e Emma Zattarin (Università di Modena). Per quanto riguarda chi lavora all’estero, questi sono i loro nomi e i luoghi di impiego: Elisa Agostinetto (Université Libre de Bruxelles); Michela Bartolini (University of Southern California); Filippo Dall’Olio (Institut Gustave Roussy); Pietro De Placido (Dana-Farber Cancer Institute); Alberto Giovanni Leone (Chelsea and Westminster Hospital); Matteo Repetto (Memorial Sloan Kettering Cancer Center); Caterina Sposetti (Dana-Farber Cancer Institute); Paolo Tarantino (Dana-Farber Cancer Institute) e Guglielmo Vetere (University of Texas).
L’Ansa ha contattato alcuni dei 17 ricercatori italiani che si sono detti emozionati nell’essere insigniti di un riconoscimento così prestigioso, che premia innanzitutto il lavoro di squadra: Gabriele Tinè, dell’Istituto nazionale tumori di Milano, biostatistico e primo firmatario di uno studio sui sarcomi, ha utilizzato dati da centri in Usa e Ue su un totale di 5mila pazienti, creando un modello di biostatistica per arrivare a predire la prognosi del tumore, ovvero il rischio di sviluppare metastasi a distanza dopo l’intervento chirurgico; Martina Pagliuca, della Scuola Superiore Meridionale e Istituto Pascale, si è dedicata a uno studio basato sull’analisi di 11 mila pazienti, circa i disturbi comportamentali nelle donne con tumore al seno; Paola Zagami, oncologa all’Istituto europeo di oncologia Ieo, ha esaminato l’impatto della soppressione ovarica nelle pazienti con tumore al seno ormonopositivo e mutazione del gene Brca dimostrando che la soppressione ovarica migliora la sopravvivenza delle pazienti; Marta Padovan, dell’Istituto oncologico veneto di Padova, premiata per uno studio di fase I che valuta la combinazione della nuova molecola regorafenib con chemio e radioterapia, per trattare il glioblastoma di nuova diagnosi e Chiara Mercinelli, dell’Ospedale San Raffaele di Milano, che ha condotto uno studio che valuta una nuova combinazione di farmaci prima della chirurgia nei tumori della vescica.
Il tema dell’ASCO di quest’anno è stato “L’arte e la scienza della cura del cancro: dalla conoscenza all’azione” con lo scopo di sottolineare il ruolo fondamentale dell’applicazione della ricerca in contesti reali per migliorare i risultati per tutti i pazienti. Come ha dichiarato la stessa Presidente ASCO Robin Zon è di “fondamentale importanza rimanere al passo con le tecnologie emergenti e promuovere la sensibilizzazione per garantire che i pazienti oncologici traggano beneficio dai più recenti progressi”.