“Elly Schlein, sostenendo che il premierato indebolisce democrazia, Parlamento e poteri del Presidente della Repubblica, evidentemente non ha letto il testo della riforma. Al Presidente del Consiglio, nonostante sia eletto direttamente dal popolo, non viene attribuito alcun potere in più rispetto a quelli attuali, nemmeno quello della nomina e revoca dei ministri. La nomina dei ministri resterà prerogativa del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio. Ricordo inoltre che il premier dovrà presentarsi alle Camere per ottenere la fiducia esattamente come avviene a Costituzione vigente. La novità più rilevante che introduce la riforma e che “preoccupa” di più la sinistra è la norma anti-ribaltone, la quale garantisce che il Presidente del Consiglio eletto non sia sostituito da chicchessia in corso di legislatura. All’inizio della legislatura, il Capo dello Stato deve nominare Presidente del Consiglio dei Ministri la persona che è risultata eletta direttamente dal popolo. Il Presidente eletto deve poi, entro 10 giorni dalla nomina, presentarsi alle Camere per ottenere la fiducia iniziale. Se non la ottiene, il Capo dello Stato deve conferirgli un nuovo incarico di formare il governo. Se anche questa seconda volta le Camere non gli accordassero la fiducia, il Capo dello Stato deve sciogliere le Camere e indire nuove elezioni. Un meccanismo di buon senso in quanto il Presidente del Consiglio è eletto a suffragio universale e diretto e non può essere che lui, e solo lui, a presiedere il Consiglio dei Ministri. Durante la legislatura resta da parte del Parlamento la possibilità di sfiduciare il primo ministro o di accettarne dimissioni volontarie. In questi casi il Capo dello Stato potrà conferire l’incarico di formare il governo o nuovamente al Presidente eletto, oppure ad un altro parlamentare candidato con la stessa coalizione vincente e che porti a compimento il programma sul quale il Presidente eletto aveva ottenuto la fiducia iniziale del Parlamento. Una norma ragionevole che evita la formazione di governi sganciati dalla volontà popolare espressa nelle urne. Ma non solo. Il Presidente del Consiglio subentrante deve essere necessariamente un parlamentare, evitando così la nascita di governi cosiddetti tecnici. Quindi quale sarebbe la ‘deriva autoritaria che indebolirebbe la democrazia’ della riforma? Lo hanno capito anche i bambini ciò che dà fastidio alla sinistra di questa riforma e che evidentemente non è solo un marchio di fabbrica italiano considerato ciò che sta avvenendo nella vicina Francia. Governare a prescindere dalla legittimazione del voto popolare con quei giochetti di palazzo dove sono campioni mondiali magari chiedendo l’aiutino da casa come con i vari ‘tecnici’ Amato , Monti , Draghi”.
Lo dichiara il vice responsabile nazionale del Dipartimento imprese e mondi produttivi di Fratelli d’Italia, Lino Ricchiuti.