Presentato in Senato il documentario “Missione Mozambico 2025”, dedicato ad Almerigo Grilz

E’ stata una serata emozionante quella che ieri, nella prestigiosa cornice della Sala Koch del Senato, ha visto la presentazione in anteprima di Missione Mozambico 2025, il documentario realizzato da Davide Arcuri sul viaggio che Fausto Biloslavo e Gian Micalessin hanno fatto in Mozambico per apporre, sull’albero sotto cui riposa Almerigo Grilz, una targa commemorativa dedicata al coraggioso reporter ucciso nel maggio 1987 mentre documentava una delle tante guerre dimenticate a cui ha dedicato la sua attività giornalistica con costante passione e indiscussa professionalità.

Su iniziativa del gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia, l’Associazione “Amici di Almerigo” (nata con “l’obiettivo – si legge nel sito dedicato – di organizzare e gestire attività culturali, artistiche e ricreative volte alla conoscenza e alla diffusione della vita e del lavoro di Almerigo Grilz e della sua professione”) ha proposto al pubblico presente in sala – tra gli altri, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il senatore di Fratelli d’Italia Roberto Menia, il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri e il co-fondatore de Il Fatto Quotidiano Peter Gomez, componente della giuria del Premio giornalistico “Almerigo Grilz” – un reportage particolarmente significativo, che rappresenta – spiegano gli organizzatori dell’evento – “un racconto intenso di giornalismo di guerra e riconciliazione”. Oltre a ripercorrere, con immagini e filmati realizzati dallo stesso Almerigo la storia professionale del reporter triestino, primo giornalista italiano Caduto durante un reportage di guerra dopo la fine del Secondo conflitto mondiale, il documentario di Davide Arcuri accompagna Fausto Biloslavo e Gian Micalessin, a 37 anni dalla morte di Almerigo, fino all’albero sotto cui riposa. Il viaggio, documentato anche con interviste a persone che, nel 1987, avevano conosciuto il giornalista italiano, si conclude con una significativa e commovente cerimonia di pacificazione e memoria a cui, oltre agli Amici di Almerigo, hanno partecipato anche due rappresentanti dei fronti opposti della guerra che Grilz stava raccontando quando è rimasto ucciso.

Dopo la proiezione il presidente del Senato Ignazio La Russa ha sottolineato che “la memoria di Almerigo Grilz, sempre più condivisa, vuole cogliere la sua capacità di interpretare l’essere giornalista di guerra in modo pieno e completo, non stando chiusi in un albergo ma cercando notizie sul campo e vivendole in prima persona. Il tutto lavorando con oggettività ma senza rinunciare alla propria identità. Grazie Almerigo”.

Alle sue parole sono seguite quelle di Fausto Biloslavo, secondo cui “dai mozambicani, che hanno combattuto una guerra civile spaventosa, abbiamo ricevuto una grande lezione: hanno saputo voltare pagina. In Italia invece, rispetto alle nostre guerre – penso per esempio agli Anni di Piombo – non ci siamo ancora riusciti. Loro ci hanno insegnato che bisogna andare avanti, perché tutte le guerre prima o poi finiscono e quando accade bisogna mettere un punto, lasciando spazio al ricordo dei Caduti, da una parte e dall’altra. Nel nostro caso di un testimone, Almerigo, che non ha combattuto ma che ha raccontato e documentato quel conflitto”. Biloslavo ha poi ringraziato, introducendo un suo videomessaggio, l’alto prelato Matteo Zuppi, che con la comunità di S. Egidio ha lavorato alle trattative di pace in Mozambico, durante le quali aveva conosciuto la storia di Almerigo Grilz. Zuppi ha ringraziato gli autori del documentario, parlando di “ricordo tenace e affettuoso” del giornalista italiano, descritto come “un uomo coraggioso che faceva conoscere quello che era nascosto” attraverso i suoi reportage.

A sua volta Gian Micalessin, oltre alla sua personale commozione, ha sottolineato il fatto che “con questo documentario riusciremo a far capire a tutti chi era Almerigo”, cosa che emerge dalle parole dei miliziani mozambicani intervistati, secondo i quali, prosegue Micalessin, “lui era uno come noi, nero tra i neri. Questo per dire che su Almerigo si è abbattuta ingiustamente una damnatio memoriae con pochi precedenti. Oscar Wilde diceva che la società spesso perdona i criminali ma non perdona i sognatori: Almerigo ha scontato il fatto di essere un sognatore morto troppo presto, ed è per questo rimasto vittima di quell’antifascismo militante che non permetteva a persone come noi, che militavano in un’area diversa, di fare un certo tipo di lavoro. Anche per questo il documentario che avete visto è importante: rappresenta per noi il risultato di una fatica durata più di trent’anni anni, quella di ricordare e far ricordare Almerigo”.

Sono poi seguite la testimonianza di Davide Arcuri (“di questa esperienza mi resta in particolare il modo di Almerigo di fare giornalismo, sul campo e in prima linea, a verificare e raccontare quello che vedeva”) e l’intervento in video di Federico Mollicone, presidente della Commissione cultura della Camera, che ha parlato di Almerigo come di “un ostinato ricercatore della verità” e “patriota coraggioso”, che “ha raccontato le guerre dimenticate con passione e professionalità”. Mollicone, inoltre, ha annunciato che conferità agli organizzatori del Premio Almerigo Grilz “la medaglia della Camera dei deputati per il loro impegno alla valorizzazione dell’informazione come pilastro della democrazia e unico strumento per arrivare alla verità dei fatti”. 

A concludere la serata, gli interventi di Gennaro Coppola, tra i produttori del film “Albatross” di Giulio Base (nelle sale dal 3 luglio. Ne abbiamo parlato in questo articolo: In uscita al cinema “Albatross”, film che racconta la storia di Almerigo Grilz) e di Gianluca Farro, presidente dell’Associazione Amici di Almerigo, che ha espresso gratitudine per quanti hanno permesso la realizzazione dei vari progetti che il gruppo ha realizzato e grande orgoglio per i risultati ottenuti. “Esiste un modo solo – ha concluso – di fare le cose: quello che chiama in campo la passione e il coraggio. Come ha sempre fatto Almerigo”.

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Cristina Di Giorgi
Cristina Di Giorgi
Cristina Di Giorgi, due volte laureata presso l'università La Sapienza di Roma (in giurisprudenza e in scienze politiche), è giornalista pubblicista e scrittrice. Collabora con diverse testate e case editrici.

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