Uno studio del Consiglio nazionale dei commercialisti afferma che il Fondo di garanzia per le Pmi non dispone di risorse sufficienti perché può sostenere solo circa il 40% delle richieste potenziali. In particolare, secondo i Commercialisti: “le risorse aggiuntive stanziate dal Governo sul Fondo, pari a 1.729 milioni di euro, non sono sufficienti a coprire nemmeno la metà delle potenziali richieste di finanziamenti garantiti al 100% dallo Stato fino al 25% del fatturato e, comunque, fino a un massimo di 25.000 euro.”
In base alla rilevazione dei commercialisti, “le partite Iva individuali e le imprese con ricavi o compensi fino a 100.000 euro sono circa 4,2 milioni. Considerando una media di 20.000 euro, cui corrisponde una entità media di finanziamento spettante di 5.000 euro, l’erogazione di finanziamenti pari al 25% del fatturato per tutti i potenziali aventi diritto comporterebbe la concessione di garanzie da parte del Fondo centrale di garanzia per le Pmi per 21 miliardi“, mentre, si aggiunge, le partite Iva individuali e le Pmi con ricavi, o compensi superiori a 100.000 euro “sono circa 1,5 milioni: l’erogazione di finanziamenti pari a 25.000 euro per tutti i potenziali aventi diritto comporterebbe la concessione di garanzie da parte del Fondo centrale di garanzia per le Pmi per 37,5 miliardi“. Per i professionisti, “anche ipotizzando una leva finanziaria di 14 (tale per cui per ogni euro stanziato il Fondo rilascia 14 euro di garanzie), tali risorse sono sufficienti a erogare garanzie per non più di 24,2 miliardi“.
Questo comporterà che molte aziende rimarranno fuori dagli aiuti, mentre, ricordiamo che in altri paesi europei i vari governi si sono già mossi erogando già aiuti diretti anche sotto forma di contributi a fondo perduto.
Questo comporterà che molte aziende rimarranno fuori dagli aiuti, mentre, ricordiamo che in altri paesi europei i vari governi si sono già mossi erogando già aiuti diretti anche sotto forma di contributi a fondo perduto.