“Sono orgoglioso che si sia già registrata la prima richiesta di autorizzazione alla sperimentazione in campo di piante ottenute mediante Tecniche di Evoluzione Assistita, un successo reso realtà dall’impegno a livello nazionale ed europeo del Governo Meloni e nato grazie ad un mio emendamento. Ringrazio per l’impegno e l’interesse anche l’assessore all’agricoltura della Regione Lombardia Alessandro Beduschi”: così il senatore Luca De Carlo, presidente della IX Commissione Senato – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, sulla richiesta presentata dall’Università di Milano di autorizzazione alla sperimentazione in campo di piante NGT1 di riso RIS8imo.
Il fine sarà quello di valutare la riduzione dell’uso di fungicidi e la tolleranza al fungo Pyricularia oryzae che causa la malattia comunemente nota come “brusone”, la più grave patologia fungina del riso che in alcune annate può portare a perdite produttive anche del 50%.
La sperimentazione coprirà il periodo tra il 31 marzo ( in concomitanza con le prime semine) e il 12 ottobre 2024; il sito di emissione è stato localizzato presso un’area di circa 400 metri quadri di proprietà di una azienda agricola del pavese in piena Lomellina, zona fortemente improntata alla risicoltura.
La pianta è stata ottenuta mediante mutagenesi sito-diretta con la ormai nota tecnologia CRISPR/cas9 che ha prodotto l’inattivazione di tre geni responsabili della suscettibilità al brusone; non è presente pertanto alcuna sequenza esogena. Le prove in laboratorio mediante test di resistenza hanno dato ottimi risultati specie con riferimento alla produttività che in RIS8imo è la stessa della pianta parentale.
Va anche evidenziata l’esclusione di tutti i passaggi necessari alla somministrazione di agrofarmaci.
“Questi mesi di sperimentazione permetteranno di capire la bontà della strada intrapresa. Chiaramente, siamo ottimisti per i risultati che potranno arrivare ed orgogliosi del percorso intrapreso, un percorso che permetterà non solo di affrontare i cambiamenti climatici, ma anche di ridurre l’uso di agrofarmaci, consentendo così di perseguire la filosofia del produrre di più e meglio, coniugando tradizione e innovazione”, conclude De Carlo.