«Il ruolo dei professionisti è fondamentale per il rilancio dell’Italia», ha dichiarato il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, presentando il pacchetto di riforme approvato in Consiglio dei Ministri. «Abbiamo scelto di varare misure attese da anni con un obiettivo chiaro: valorizzare il contributo economico, culturale e sociale che milioni di uomini e donne, con le loro competenze e specializzazioni, offrono ogni giorno alla vita dei cittadini, delle famiglie e delle imprese».
La Premier ha evidenziato che il Governo del centrodestra mantiene un altro impegno del programma: «Basta con la concezione dei professionisti come lavoratori di serie B. È il momento di dare loro il giusto riconoscimento, semplificando i processi, sburocratizzando le procedure, aggiornando i percorsi formativi e rendendo più attrattivi gli ordini professionali».
Cosa prevede la riforma
Il pacchetto, articolato in tre disegni di legge delega, riguarda:
- professioni sanitarie, con lo scudo penale definitivo per i medici (responsabilità penale solo in caso di colpa grave);
- avvocati, con la prima riforma organica dopo 13 anni, che introduce nuove regole di accesso, formazione e specializzazioni;
- professioni tecniche come ingegneri e architetti, con riconoscimento delle competenze e nuove certificazioni;
- riforma generale per 14 categorie, dall’equo compenso esteso alla parità di genere negli organi di rappresentanza, dal voto telematico alle maggiori tutele sociali in caso di malattia, maternità o infortunio.
Per i commercialisti ed esperti contabili la discussione è stata rinviata, ma già in calendario per le prossime sedute.
Schifone: “Dal dimenticatoio al protagonismo”
A sottolineare la portata politica della riforma è stata anche Marta Schifone, deputata di Fratelli d’Italia e responsabile Professioni del partito: «Oggi è una giornata storica per l’Italia delle professioni. Si chiude un’epoca di pregiudizi ideologici in cui i professionisti erano considerati nemici da abbattere. Con il Governo Meloni si apre una nuova stagione, quella del riconoscimento e della valorizzazione concreta: mai più figli di un Dio minore».
Un segnale di modernità
Le associazioni di categoria hanno accolto positivamente la svolta. Per Rosario De Luca (ProfessionItaliane) si tratta di «un segno di modernità che valorizza il ruolo sociale degli Ordini»; mentre Confprofessioni, pur apprezzando, ha chiesto maggiore coinvolgimento delle rappresentanze dei liberi professionisti