Vladimir Putin, attuale Presidente russo, ha firmato una legge che punisce, mediante la confisca dei beni, tutti quelli che – secondo il Cremlino- diffondono false notizie sull’esercito, puntando a chi si oppone all’invasione dell’Ucraina.
Per essere più precisi, in Russia ci sono ben 2 leggi piuttosto censorie: la prima, condanna a 15 anni, tutti quelli che diffondono informazioni false, secondo le autorità. La seconda invece, punisce fino a 7 anni, tutti coloro che vengono tacciati di aver “screditato” le forze armate.
Non c’è da stupirsi in merito a questi provvedimenti, da molto tempo, la Russia cerca di aumentare il proprio consenso controllando capillarmente i media nazionali, sopprimendo qualsiasi istanza contraria alle decisioni del governo.
Putin non ha evidentemente intenzione di indietreggiare sul fronte europeo, aumentando le sanzioni per tutti coloro che dovessero rivelarsi contro il conflitto in corso.
Il Cremlino sembra voler vietare il dissenso, per scongiurare ogni tipologia di ribellione: fino a questo momento, la strategia sembra aver attecchito sulla popolazione, che però potrebbe stancarsi ben presto del giogo fin troppo autoritario.
Evidentemente, Vladimir Putin, sta cercando di limitare i possibili danni s contraccolpi che la sua Leadership potrebbe subire, se soltanto decidesse di incrementare la libertà di stampa.
La strategia del Presidente russo è in bilico tra gli utilizzi di “Hard” e “Soft” Power, per un controllo diretto ed un monitoraggio delle opinioni popolari.
Per quanto la strategia possa rivelarsi attendibile, in futuro ci sarà sempre qualcuno in grado di creare un’escamotage per evitare di subire pesanti condanne, a causa di una visione personale dei fatti.