Quando Grillo usava lo spread contro il centrodestra

Era l’estate del 2011, al Governo c’era il vecchio centrodestra guidato dal Cavaliere e il fondatore del Movimento 5 Stelle scriveva a Giorgio Napolitano chiedendo un intervento del capo dello Stato di allora per “salvare” il Paese dall’impennata dello spread.

In quei giorni il differenziale di rendimento tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi era oltre i 300 punti base e Beppe Grillo esprimeva tutta la sua preoccupazione con Il Presidente della Repubblica.

“L’Italia è vicina al default- scriveva Grillo sul blog il 30 luglio 2011– i titoli di Stato, l’ossigeno (meglio sarebbe dire l’anidride carbonica) che mantiene in vita la nostra economia, che permette di pagare pensioni e stipendi pubblici e di garantire i servizi essenziali, richiedono un interesse sempre più alto per essere venduti sui mercati. Interesse che non saremo in grado di pagare senza aumentare le tasse, già molto elevate, tagliare la spesa sociale falcidiata da anni e avviare nuove privatizzazioni. Un’impresa impossibile senza una rivolta sociale”.

E giù a calcare la mano sulla perdita di credibilità internazionale del Governo di Centrodestra e a fare pressione su Napolitano affinchè defenestrasse Berlusconi per nominare un nuovo Presidente del Consiglio.

Cosa che poi effettivamente fece, portando prima Mario Monti sugli scranni di Palazzo Madama, nominandolo senatore a vita e chiamandolo poi a ricoprire il ruolo del Cav subito dopo le dimissioni, oramai inevitabili, di quest’ultimo.

Singolare invece come oggi il vicepremier e suo pupillo Di Maio, in una situazione simile sminimizzi evocando il complotto internazionale contro l’Italia. Una “manina”, quella straniera, che Grillo non vedeva nel 2011, facendo le pressioni che contribuirono alla venuta di Mario Monti.

 

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