Quello che De Luca non dice sul PNRR: smontate le fake news del governatore campano

In merito al PNRR continua ad andare avanti una campagna di disinformazione sul lavoro svolto fin qui dall’esecutivo. Capobanda in questa propaganda è il governatore della Campania Vincenzo De Luca. Il riferimento è a una conferenza stampa tenuta dall’ex sindaco di Salerno durante la quale sono piovute pesanti critiche al ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, verso il quale De Luca ha annunciato una denuncia per atti di omissione “rispetto – ha sostenuto – a procedimenti che vengono strumentalmente bloccati con un danno immenso per la comunità campana, per l’economia campana e per la concretizzazione di alcuni interventi di assoluta urgenza”. Le accuse di De Luca hanno riguardato i fondi del PNRR, il Fondo di Sviluppo e Coesione, la ZES Unica del Mezzogiorno e ancora altro.

Andiamo per gradi.

Sul PNRR, De Luca denuncia “danni gravissimi” al Meridione dopo la riformulazione attuata dal governo e approvata dall’Unione Europea. Secondo il governatore, subiranno effetti tragici soprattutto le zone meno sviluppate, con l’eliminazione in Campania di “350 case di comunità, centrali operative territoriali, 1800 posti di terapia intensiva”. Tuttavia, De Luca ignora semplici dati: in primis, la missione salute nel 2021 prevedeva una dotazione di 15 miliardi di euro che ora, dopo la revisione, è rimasta invariata. In secondo luogo, la revisione del PNRR è stata necessaria per l’aumento dei costi sopravvenuto: per il comparto sanità, si è calcolato un incremento del 35% e dunque, a parità di fondi, la Commissione ha ridotto gli obiettivi da rendicontare su proposta del governo proprio al fine di poter utilizzare quei fondi che, essendo destinati a progetti non più realizzabili, rischiavano di essere persi. In più, riguardo i posti letto in terapia intensiva e altri interventi in materia, questi non potevano essere rendicontati in quanto realizzati prima del 2020 oppure non in linea con i vari criteri previsti dal Piano. Ma tali interventi ora continueranno ad essere realizzati con fondi nazionali che già prima garantivano la copertura finanziaria. In pratica, il governo è riuscito a evitare che i fondi andassero persi, ma anche che nessuno finanziamento fosse modificato.

Anche su ZES e Fondo di Sviluppo e Coesione De Luca appare confuso. Oltre a parlare di ritardi sulle funzioni dei commissari regionali (quando invece sono nazionali) nominati da Decreti del Presidente della Repubblica (quando invece sono nominati da Decreti del Presidente del Consiglio), il Presidente dem denuncia che è ancora tutto fermo. La realtà è un’altra: la struttura di missione ZES è operativa, dirigenti e coordinatore sono stati nominati. De Luca dunque è male informato su una misura, la ZES unica, che fa bene al Meridione, dando impulso agli investimenti privati con l’estensione delle agevolazioni fiscali delle precedenti otto ZES a tutto il Sud Italia. Sul Fondo di Sviluppo e Coesione, poi, De Luca chiede lo sblocco dei fondi e lamenta anche in questo caso una presunta inerzia da parte di Fitto. Tutto falso: il governo Meloni, dopo soli sette mesi dall’insediamento, ha provveduto al riparto dei fondi su criteri oggettivi, cosa che in due anni Draghi e Conte, governi “amici” di De Luca, non sono riusciti a fare. Inoltre, la Campania ha già ricevuto una anticipazione di 582 milioni di euro.

Insomma, De Luca lamenta ritardi e imputa le cattive condizioni della sanità campana al governo Meloni. La realtà dei fatti però è un’altra: a determinare l’inefficienza degli interventi governativi non è stato il centrodestra, che pure si sta impegnando sul tema a livello interno e comunitario, ma il malgoverno di PD e Cinque Stelle (De Luca stesso compreso) che ha accumulato mesi di ritardi combinandoli con una cattiva gestione dei fondi. Come direbbe il governatore dei lanciafiamme: chest’è!

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