Quirinale, Rampelli: sia espressione di un’area diversa da quella degli ultimi 25 anni 

“È ora che il presidente sia espressione di un’area diversa da quella che ha monopolizzato gli ultimi 25 anni pur essendo stata scelta solo 2 volte dagli italiani. È ora di un’alternanza, e oggi abbiamo il 45% della maggioranza”.

È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia in un’intevista rilasciata al Messaggero.

“Quella di Draghi – ha aggiunto – è una candidatura autorevole. Per quanto ci riguarda però, la sua eventuale elezione porta con sé anche un risvolto parlamentare. Una volta avvicendato il Capo dello Stato il governo va cambiato. Bisogna entrare in una fase nuova in cui iI popolo italiano crei il proprio destino. Non può esserci un secondo mandato da commissario per Draghi».

Sulle diverse posizioni del centrodestra rispetto alle elezioni,  osserva: “Non credo che Matteo Salvini sia contrario alle urne. È vero invece che Forza Italia è più prudente, ma penso che Berlusconi abbia già provato sulla sua pelle , da premier, cosa significhi continuare con la straordinarietà di un “commissario estemo”. Non credo che Fi possa essere favorevole ad un avvicendamento di questo tipo. Anzi , sono convinco punti alla normalizzazione della democrazia”.

“Il premier- ha chiarito- non è illegittimo, ci mancherebbe, ma è anomalo. Berlusconi quando è sceso in campo si è fatto eleggere, ha fatto perfino un suo partito. Questa è la modalità giusta”.

Per restare premier, Draghi dovrebbe candidarsi quindi? “Potrebbe farlo, non può esserci un secondo mandato da commissario”.

Su un eventuale Mattarella-bis: “Siamo stati chiari. La rielezione è una prassi che non si può consolidare». Ora il candidato del centrodestra con numeri “migliori” è Berlusconi. Che sta facendo un gran lavoro, e risponde ai requisiti delineati da Fdl. A candidatura ufficializzata tireremo le somme. Se può reggere, lo sosterremo”. “Per noi- ha proseguito Rampelli- il Capo dello Stato deve rappresentare gli interessi nazionali. Bruxelles fa un’azione importante, che noi rispettiamo, ma l’Italia deve comportarsi come Francia e Germania, cercando di volgere a proprio favore le politiche comunitarie”.

“Il secondo requisito è che sia un sostenitore della democrazia diretta, per l’elezione del premier o del Capo dello Stato. E chiaro che la competenza sul tema è parlamentare, ed è sacrosanta. Serve un patriota che agevoli la transizione al presidenzialismo. L’importante è avere la consapevolezza di essere decisivi, restando compatti”.

“È ora che il presidente – ha concluso – sia espressione di un’area diversa da quella che ha monopolizzato gli ultimi 25 anni pur essendo stata scelta solo 2 volte dagli italiani. È ora di un’alternanza, e oggi abbiamo il 45% della maggioranza. Se non ora quando?”.

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