Ramelli, Rauti a commemorazioni: memoria è dovere e via di pacificazione

La Senatrice Isabella Rauti – Sottosegretario di Stato alla Difesa –  è tornata oggi nel suo Collegio di Elezione per partecipare alle commemorazioni di Sergio Ramelli , studente milanese deceduto ad aprile 1975 a seguito di un’aggressione. E’ intervenuta  all’intitolazione a Sergio Ramelli ed a Enrico Pedenovi  di uno slargo stradale a Sesto San Giovanni (MI) ed all’apposizione di una targa commemorativa di Ramelli a Novate Milanese. “Quest’anno – ha dichiarato Rauti – ricorrono i 50 anni dall’assassinio di Sergio Ramelli e sono tante le iniziative organizzate in tutta Italia. Voglio ricordare anche l’emissione ,nel marzo scorso, di un Francobollo  commemorativo e la pubblicazione – in questi mesi – di quattro nuovi libri dedicati e di una ristampa. Purtroppo – ha sottolineato il Sottosegretario – molte delle iniziative culturali e politiche di ricordo sono stata precedute ed accompagnate  da polemiche tristi e sterili e talvolta anche da contestazioni violente ; c’è chi  a distanza di anni vorrebbe negare il diritto al ricordo ed alla memoria, sono i nostalgici degli “anni di piombo” che non accettano che si commemori un ragazzo di 18 anni, massacrato a colpi di chiave inglese e morto dopo un mese e mezzo di agonia,  vittima dell’odio comunista.

Questi rigurgiti di odio politico sono inquietanti e pericolosi ed anche provocatori; noi non cediamo alle provocazioni  e non veniamo meno al dovere di non dimenticare ed a quello di ricordare e di rendere omaggio a chi è caduto per un’idea e per l’amore per l’Italia.
Continuiamo  – ha proseguito la Senatrice – e continueremo a difendere la memoria di Sergio Ramelli e di tutti i ragazzi di destra uccisi  per la loro fede politica e per la loro appartenenza.
Sono state delle vittime innocenti della logica degli “opposti estremismi” e sono dei martiri. Gli anni ‘70 sono stati una guerra civile strisciante anche se non riconosciuta come tale e ci sono state vittime da una parte e dall’altra, da ricordare, tutte; nella consapevolezza che un sistema che voleva perdurare se stesso ha giovato di una spirale di odio e della  logica orchestrata degli “opposti estremismi”.

La memoria – ha concluso Rauti – è un dovere ed una via per andare oltre questo passato.
No all’odio. Si alla pacificazione ed alla memoria condivisa”.

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