Da gennaio ad agosto del 2022 sono arrivati in Europa 188.200 immigrati irregolari. Una cifra record che non si registrava dal 2016. I dati diffusi da Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere esterne dell’Ue, fotografano un nuovo aumento dei flussi migratori verso il Vecchio Continente. Nei primi otto mesi dell’anno la quota di migranti giunti sul territorio dell’Ue è cresciuta del 75 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021. Balcani Occidentali e Mediterraneo Centrale sono le rotte sulle quali sono stati segnalati i flussi maggiori. Ed entrambe vedono l’Italia come principale Paese di approdo.
Non a caso è la stessa agenzia dell’Ue ad ammettere in un comunicato ufficiale che “gli arrivi giornalieri stanno mettendo a dura prova le capacità italiane di accoglienza”. Eppure gli sbarchi che si susseguono senza sosta sulle nostre coste ormai vengono percepiti come una routine. Tanto che neppure i naufragi, come quello di una settimana fa al largo delle coste della Sardegna, che ha fatto almeno cinque vittime, fanno più notizia. Mettere un freno all’immigrazione clandestina significa prima di tutto fermare la tratta di esseri umani e, di conseguenza, evitare le morti in mare.
La proposta di Giorgia Meloni è quella di lanciare una “missione europea, di concerto con le autorità del Nord Africa, che serva a fermare le partenze”. Il “blocco navale” invocato da Fratelli d’Italia non è altro che un piano che prevede la creazione di hotspot gestiti direttamente dall’Ue negli Stati del Nord Africa, per valutare le richieste di asilo e distribuire equamente nei 27 Paesi membri soltanto chi è davvero in pericolo.
L’idea è quella di creare delle safe zone negli Stati africani in cui si concentra il maggior numero di partenze. A coordinare le operazioni di accoglienza potrebbero essere le agenzie europee e delle Nazioni Unite, come l’Oim, l’Unhcr, Frontex e l’Easo, l’agenzia europea per l’asilo. In questo modo si limiterebbero drasticamente i viaggi della speranza gestiti dai trafficanti di uomini e si creerebbero contemporaneamente canali di ingresso legali e sicuri per chi scappa da guerre e persecuzioni, distribuendo finalmente in modo equo i migranti fra tutti gli Stati membri dell’Ue. Chi non ha diritto ad entrare nel territorio europeo, invece, dovrebbe essere accompagnato nel proprio Paese d’origine potenziando il sistema dei programmi di rimpatrio volontario assistito.
Nel 2018 in Libia era stato già creato un centro di “Gathering and departure facility”. Letteralmente una struttura di “raccolta e partenza”, costretta però a chiudere i battenti nel gennaio del 2020 per ragioni di sicurezza. In quel periodo, infatti, i combattimenti tra le fazioni in lotta si erano concentrati proprio nella zona in cui venivano ospitati richiedenti asilo e rifugiati mettendo a rischio l’incolumità di ospiti e operatori.
La riattivazione di strutture di questo tipo rappresenterebbe un passaggio fondamentale per costruire un coordinamento europeo davvero efficace e permettere a chi ha effettivamente diritto di trovare rifugio in Europa, impedendo allo stesso tempo alle organizzazioni criminali di lucrare sulle vite e i sogni di milioni di disperati.
Tra le azioni utili a contrastare il traffico di esseri umani c’è anche quella del potenziamento dei mezzi della Guardia Costiera libica, attraverso la fornitura di mezzi e la formazione del personale. Le attività di pattugliamento in mare e di controllo del territorio da parte delle forze libiche hanno finora impedito l’arrivo in Italia di 26mila migranti, recuperandone oltre 11mila nelle acque del Mediterraneo.
Parallelamente Fratelli d’Italia propone l’approvazione di un decreto flussi per controllare ordinatamente gli ingressi e soddisfare le esigenze del mercato del lavoro. Il punto è che il governo deve tornare a poter gestire il fenomeno migratorio e non a subire passivamente un’immigrazione senza regole.
Dal 2020 al 2022 il numero dei migranti arrivati nel nostro Paese è aumentato in maniera esponenziale. Secondo i dati del Viminale nel periodo compreso tra gennaio e l’inizio di settembre del 2020 sono arrivati in Italia 20.373 stranieri. Una cifra che è raddoppiata raggiungendo quota 41.087 negli stessi mesi del 2021, fino a triplicare nel 2022 con 62.815 ingressi. Numeri difficilmente sostenibili per il sistema italiano di accoglienza, come ha ammesso la stessa Frontex e come dimostrano le immagini di degrado e sovraffollamento che arrivano ormai abitualmente dal centro di accoglienza di Lampedusa.