“C’è qualcuno? Sto cercando il fratello del commissario Montalbano. No, perché posto che sono 60 giorni che non c’è traccia della Regione Lazio e che il presidente è anche segretario del Pd… volevamo dire che ci siamo rotti i gabasisi!”…
Il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia citofona al presidente della Giunta regionale Nicola Zingaretti nella sede della Giunta regionale del Lazio.
Poi, chiudendo il siparietto, Rampelli si fa serio: “Un governatore che si rispetti, segretario di uno dei principali partiti italiani, deve far funzionare la macchina amministrativa della Regione Lazio, ma deve anche rispondere in aula, nel luogo preposto dalla democrazia, delle inchieste sulla mala gestione e sulla truffa delle mascherine, così come dei programmi di rilancio economico e sociale collaborando, come ha chiesto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con l’opposizione. Questo perché sono sospese le garanzie costituzionali, ed è quindi obbligatorio coinvolgere tutte le anime che compongono la democrazia rappresentativa, condividendo le misure per far ripartire l’economia. Il che significa sostenere le categorie produttive, aiutare i lavoratori che, in 60 giorni di confinamento, non hanno avuto più lo stipendio. Su otto milioni e mezzo di italiani titolati ad avere la cassa integrazione, soltanto un milione l’ha ricevuta. Non tutti i lavoratori autonomi hanno incassato i famosi 600 euro mentre le banche rimandano al mittente le richieste di prestito decise dal Governo nazionale e garantito interamente, fino a 25mila euro, dallo Stato.
Uno Stato che costringe alla chiusura le attività produttive, non blocca contestualmente le spese vive, le bollette, gli affitti, non risarcisce ma spinge verso i protesti bancari e poi consegna le aziende a indebitarsi con le stesse banche è senza
Il fratello di Montalbano deve rispondere nelle sedi democratiche preposte allo scandalo delle mascherine, pagate e mai arrivate negli ospedali e deve condividere con l’opposizione le misure di contrasto al declino economico delle imprese. Altrimenti si compie un’azione autoritaria. La democrazia non è fatta di telecamere, impone anche questi ‘sacrifici’…”.