Negli ultimi giorni, Matteo Renzi e il suo partito Italia Viva hanno lanciato un nuovo attacco contro il Governo Meloni, accusandolo di essere il principale responsabile dell’aumento del costo della vita. A supporto di questa narrazione, sono stati pubblicati due contenuti social: un volantino in stile “supermercato” con presunti rincari attribuiti al governo, e un carosello grafico che, in memoria dei “mille giorni di governo”, cerca di elencare tutte le “stangate” subite dagli italiani.
Ma, come spesso accade quando si tratta di polemiche costruite a tavolino, i dati sono parziali, fuori contesto, o semplicemente errati. È il classico caso in cui la storiella inventata cerca di travestirsi da analisi economica, ma inciampa nei numeri reali.
Il caso degli stipendi: una ricostruzione arbitraria e scorretta
Uno dei punti principali dell’attacco renziano riguarda i salari. Secondo Italia Viva, rispetto al 2019 gli stipendi italiani avrebbero subito un calo del 10,5%.
In realtà, il dato non tiene minimamente conto della tempistica: il Governo Meloni è entrato in carica nell’ottobre 2022. Dunque, attribuire un intero quinquennio di presunto declino salariale a un esecutivo in carica da meno di 3 anni è, nel migliore dei casi, un esercizio sbagliato e scorretto.
Inoltre, i dati più recenti dell’ISTAT dimostrano l’esatto contrario: nel 2024 si è registrato un incremento delle retribuzioni medie rispetto all’anno precedente.
Assorbenti e pannolini: l’IVA spiegata male
Altro cavallo di battaglia delle opposizioni: la questione dell’IVA su assorbenti e pannolini. Italia Viva accusa l’esecutivo di aver aumentato le aliquote, riportandole al 10%. Ma ancora una volta, dimenticano qualcosa.
La legge di Bilancio per il 2023 aveva ridotto l’IVA dal 10% al 5% sui prodotti assorbenti e tamponi destinati all’igiene femminile. La stessa legge aveva anche ridotto l’IVA dal 22% al 5% su alcuni prodotti per la prima infanzia, tra cui i citati pannolini.
Un anno dopo, il governo Meloni ha però dovuto riconoscere che questa riduzione dell’IVA non aveva portato gli effetti previsti e desiderati sui consumatori.
Così, nel 2024 si è deciso di riportare l’IVA al 10% sugli assorbenti – esattamente come nel 2022 – e al 10% sui pannolini, che comunque rappresenta un miglioramento rispetto all’aliquota del 22% in vigore durante i governi precedenti. Altro che “rincari”: si tratta di un’operazione di realismo economico, che non cancella l’impegno per la natalità e il sostegno alle famiglie.
Il “miliardo” per i centri migranti in Albania: pura invenzione
Come poteva mancare nel paniere delle accuse il capitolo migranti? Italia Viva torna ad attaccare la scelta del Governo di istituire centri di accoglienza in Albania, parlando di un presunto miliardo di euro “buttato”.
La realtà è molto diversa. Il costo stimato per l’intero progetto, che si estende dal 2024 al 2028, è di circa 680 milioni di euro in 5 anni. Una cifra ben lontana dal miliardo agitato dalla propaganda. Non solo: i centri, al momento, non sono ancora a pieno regime anche a causa di alcune sentenze. Dunque, i costi reali sostenuti finora sono inferiori a quanto previsto.
Il presidente del consiglio Meloni ha già chiarito: “Funzioneranno”. Tutto lascia presagire che, una volta attivi a pieno regime, i centri rappresenteranno un passo avanti nella gestione dei flussi migratori, alleggerendo le strutture italiane e disincentivando i trafficanti di esseri umani.
L’arte della polemica sterile
In sintesi, l’attacco di Renzi si fonda su dati alterati, conti falsati e omissioni strategiche. Una tattica ben nota: quando manca un’alternativa politica concreta si cerca di spaventare, confondere, gettare fumo negli occhi. Renzi ci riprova, ma sbaglia ancora una volta bersaglio. Gli italiani hanno imparato a leggere tra le righe, e il Senatore lo conoscono bene ormai.
Il Governo Meloni, nel frattempo, continua a lavorare per contenere l’inflazione, sostenere le famiglie e mantenere la barra dritta in un contesto internazionale ancora difficile. Con i piedi per terra e i conti in ordine. Altro che “supermercato del populismo”.