“Aumenta costantemente il numero dei ricorsi Tari presentati dai contribuenti che la Commissione Tributaria provinciale di Roma sta accogliendo. I contribuenti lamentano il pessimo servizio reso dall’AMA nella Capitale. La convivenza dei cittadini con vere e proprie montagne di rifiuti non può diventare la norma e il ristoro patrimoniale per il disagio di una raccolta effettuata a singhiozzo – che oltretutto mette a rischio la salute pubblica – sancisce un principio di elementare civiltà giuridica.
Percorrere la strada dei ricorsi da parte dei contribuenti è doveroso per fare in modo che qualcosa cambi e si arrivi a fornire un servizio degno di una Capitale. I plurimi ricorsi possono rappresentare uno stimolo per convincere l’amministrazione comunale e la municipalizzata che si occupa della raccolta rifiuti a fare di più e meglio.
Fortunatamente l’assunto del “produci rifiuti quindi paghi” – che implica l’assurda equiparazione della Tari a un balzello sulla produzione di rifiuti invece che di una tassa sulla raccolta – sta venendo smentito dalle Commissioni tributarie provinciali. Il principio secondo cui si ha diritto a uno sconto sulla Tari in caso di disservizio è sancito dalla legge 147/2013, secondo la quale nel momento in cui il servizio viene interrotto causando danni o pericolo alle persone o all’ambiente, il cittadino può pagare solo il 20% della tassa sui rifiuti, presentando una certificazione Asl sul pericolo di salute pubblica.
Oggi i cittadini romani pagano una tassa sui rifiuti altissima che potrebbe ulteriormente aumentare nel 2020 e sono costretti a farlo anche perché l’Ama è costretta a spendere una montagna di soldi per mandare i rifiuti altrove. Nel 2019 sono stati spesi 170 milioni di euro per il trasferimento verso impianti non di proprietà fuori città, Regione o Italia. Bisogna mettere fine a questa lunga serie di anomalie e restituire alla Capitale un servizio di raccolta degno di un Paese civile”.
Lo dichiara Maurizio Leo (FdI), candidato del centrodestra per le elezioni suppletive del collegio di Roma1 della Camera dei deputati.
Fortunatamente l’assunto del “produci rifiuti quindi paghi” – che implica l’assurda equiparazione della Tari a un balzello sulla produzione di rifiuti invece che di una tassa sulla raccolta – sta venendo smentito dalle Commissioni tributarie provinciali. Il principio secondo cui si ha diritto a uno sconto sulla Tari in caso di disservizio è sancito dalla legge 147/2013, secondo la quale nel momento in cui il servizio viene interrotto causando danni o pericolo alle persone o all’ambiente, il cittadino può pagare solo il 20% della tassa sui rifiuti, presentando una certificazione Asl sul pericolo di salute pubblica.
Oggi i cittadini romani pagano una tassa sui rifiuti altissima che potrebbe ulteriormente aumentare nel 2020 e sono costretti a farlo anche perché l’Ama è costretta a spendere una montagna di soldi per mandare i rifiuti altrove. Nel 2019 sono stati spesi 170 milioni di euro per il trasferimento verso impianti non di proprietà fuori città, Regione o Italia. Bisogna mettere fine a questa lunga serie di anomalie e restituire alla Capitale un servizio di raccolta degno di un Paese civile”.
Lo dichiara Maurizio Leo (FdI), candidato del centrodestra per le elezioni suppletive del collegio di Roma1 della Camera dei deputati.
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