Riflettori puntati su Roma: al via la Conferenza sulla Ripresa dell’Ucraina

Al via oggi la Conferenza sulla Ripresa dell’Ucraina, che giunge alla sua quarta edizione, e approda a Roma dopo essere stata a Lugano, a Berlino e a Londra.

Sono previsti oltre 5 mila partecipanti, circa 100 delegazioni ufficiali e più di 30 organizzazioni internazionali. Presenti anche due mila aziende e numerosi rappresentanti di autonomie locali e società civile.

Un evento di altissimo livello- politico e non solo- che rende la nostra Capitale la protagonista indiscussa di questi giorni, durante i quali verranno discusse alcune tematiche fondamentali per arrivare quanto più preparati possibile al tavolo dei negoziati tra Ucraina e Russia.

La Conferenza si articola su quattro direttrici chiave: imprenditoriale, umana, locale ed europea.

Tutti questi aspetti verranno discussi e approfonditi nel corso delle giornate di oggi e domani, con sessioni e workshop dedicati, in occasione dei quali i partecipanti potranno lavorare in maniera concreta per la realizzazione di progetti e azioni mirate alla ricostruzione del paese ucraino.

In particolar modo, per quanto concerne l’aspetto umano, i punti fondamentali su cui riflettere saranno quelli relativi all’inclusione sociale, alla reintegrazione degli sfollati interni, dei rifugiati e dei veterani.  

Altro aspetto centrale su cui ci concentrerà è quello del recupero della dimensione locale e regionale, con particolare attenzione per quanto riguarda le autorità locali e regionali quali protagoniste del processo di ricostruzione (tenendo bene a mente il tema dell’autonomia, del rafforzamento delle capacità amministrative e all’accesso ai finanziamenti.)

Uno dei pilastri forse maggiormente interessante è poi quello riguardante l’integrazione europea, soprattutto alla luce degli ultimi importanti passi avanti fatti sotto questo aspetto, e che perciò assume una rilevanza cruciale affinché il percorso dell’Unione e dell’Ucraina continui positivamente, anche e soprattutto in un’ottica di maggiore sviluppo economico e sociale a lungo termine su entrambi i fronti.

Infine, ma non per importanza, il focus imprenditoriale. Necessario perché, senza investimenti, banalmente, una vera e solida ricostruzione non è e non sarebbe possibile. Ed ecco, dunque, che la presenza di molte aziende private in questo consesso sarà fondamentale perché potrà facilitare una semplificazione in termini di finanziamenti e di investimenti esteri in Ucraina.

Sono queste quattro direttrici fondamentali che coniugano in maniera sapiente tutti gli aspetti su cui occorre lavorare per essere in grado, davvero, di ricostruire e far ri-vivere l’Ucraina.

Il messaggio che parte oggi da Roma è dunque chiaro: il sostegno all’Ucraina non è negoziabile e continuerà anche- e soprattutto- dopo la fine delle ostilità. E se possibile, in maniera ancora più forte rispetto a quanto fatto finora.  
In questo senso, il Governo italiano sta dimostrando in maniera limpida che intende rimanere al fianco dell’Ucraina e del suo popolo, senza se e senza ma, consapevole del fatto che solo e soltanto una pace giusta, fondata sulla libertà e sulla sovranità, potrà davvero restituire stabilità al continente.

Ma da Roma parte anche un altro messaggio politico forte: oggi Roma, e quindi l’Italia, è un punto di riferimento stabile e solido. Ed è questo un dato di fatto.

Il nostro Paese, infatti, grazie al lavoro del Governo e alla leadership di Giorgia Meloni ha conquistato o, meglio, ha ri-conquistato, il ruolo che gli appartiene, divenendo un vero e proprio modello politico internazionale. Un modello che detta la linea da seguire dentro e fuori dal continente, coniugando in maniera sapiente e lucida pragmatismo e fermezza, dialogo e diplomazia. E questo perché oggi il nostro Paese è in grado di fare da ponte tra quelle che sono le esigenze concrete e quella che è la visione strategica, perché ha compreso, ben prima di altri che, in un mondo sempre più interconnesso come quello odierno, puntare sulla politica estera significa puntare sulla politica interna.

E tutto questo vale ancora di più per l’Ucraina. Ed ecco quindi che puntare sulla ripresa dell’Ucraina vuol dire rafforzare la sicurezza dei nostri confini, creare opportunità per le nostre imprese, e tutelare la nostra identità in un contesto internazionale in trasformazione. E vuol dire, prima e più di tutto, puntare sulla ripresa di una civiltà e di un continente intero.

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