Rigenerazione urbana, Rampelli (VPC-FdI): urbanistica capital marxista ha creato quartieri mostri incompatibili con la vita umana

I nostri riferimenti culturali? John Ruskin, Georg Simmel, Arnold Toynbee, Roger Scruton, e l’urbanista del principe Carlo d'Inghilterra Léon Krier.

“Una certa sinistra radical chic utilizza il termine rigenerazione urbana perché gli sembra brutto dover dire che alcuni mostri nati da una cultura capital marxista nel secondo dopoguerra devono essere tirati giù di netto, in quanto incompatibili con l’esistenza umana, incompatibili con la qualità essenziale della vita e della natura”.
È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia illustrando la mozione di Fdi sulla rigenerazione urbana.
“Siccome non si poteva dire che quei quartieri erano da abbattere – ha ironizzato Rampelli – la sinistra si è inventata questa sorta di definizione surrettizia della ‘rigenerazione urbana’. Noi che storicamente non abbiamo letture ideologiche, siamo disponibili a parlare, oltre che di sostituzione edilizia, anche di ‘rigenerazione urbana’, ma lo facciamo con i nostri riferimenti culturali quali John Ruskin e Georg Simmel, Arnold Toynbee, Roger Scruton, e l’attuale, attualissimo urbanista del principe Carlo d’Inghilterra, Léon Krier. Può darsi siano diventati anche riferimenti di una certa sinistra evoluta che ha emancipato il proprio modello di pensiero sulla trasformazione del territorio”.
“Sono stati fatti passi in avanti giganteschi da quando si realizzavano nell’est europeo, in Unione Sovietica, piuttosto che nelle nostre città e nelle capitali occidentali, i quartieri dormitorio. Io penso che la fonte a cui si è ispirata la destra italiana, la destra occidentale e il pensiero conservatore, sia stata utile anche a stimolare alcune riflessioni dall’altra parte del campo. E siamo ben contenti che ci sia stata questa capacità di accedere a contenuti nuovi”.
“Però è mai possibile che, mentre a Parigi si demolisce l’Unité d’Habitation e, quindi, il Corviale francese – ha concluso Rampelli – la maggioranza litighi su questioni di lana caprina tra chi vuole spostare le risorse del Pnrr al Nord e chi vuole mantenere il criterio Istat dell’indice di valutazione sociale e materiale che avvantaggia il Mezzogiorno?

Vanificare la grande prospettiva della ristrutturazione seriale del territorio con il solito stucchevole derby tra settentrione e meridione è deprimente. Noi proponiamo che vengano aggiunti agli indici Istat citati altri parametri come il degrado urbano, l’insicurezza, la desertificazione dei borghi, validi oggettivamente a ogni latitudine geografica dello stivale”.

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