“Il fermo anticipato della pesca a strascico nel Lazio richiesto dalle marinerie è un timido primo segnale che indica come il Ministero stia finalmente prendendo in considerazione l’ascolto degli operatori ittici, almeno sui tempi e sui settori di mare in cui attuare i fermi biologici alle attività. Ma per migliorare la programmazione e l’organizzazione di lavoro del comparto pesca, attirare investimenti e farlo uscire dalla crisi in cui versa, bisogna che il governo aggiorni la ormai datata relazione annuale sull’equilibrio sostenibile tra: “Le Capacità di Pesca e Le Possibilità Di Pesca” (2016), redatta dall’Italia in ottemperanza all’articolo 22 del regolamento CE. Già alcuni mesi fa un mio ODG approvato dal Consiglio alla Pisana, chiedeva alla Regione Lazio di impegnarsi a sollecitare presso l’esecutivo nazionale un nuovo rapporto sulla pesca sostenibile. L’aggiornamento si rende necessario per consentire di nuovo la pesca di alcune specie che, dopo anni di contingentamenti, sono presenti in gran numero e non più in sofferenza biologica. Invece ad oggi, in base alla vigente normativa, che risale a 5 anni fa, se rinvenuti nelle reti devono essere rigettati in mare, con grave danno economico delle imprese. Una contrazione dei proventi che va scongiurata per evitare una ulteriore riduzione dei redditi che ormai sono sotto il livello di dignità anche per tutti gli operatori dell’indotto, che conta diverse decine di migliaia di lavoratori, tra marittimi di bordo e di terra, impiegati e venditori.” Così in un comunicato , Giancarlo Righini consigliere regionale del Lazio di Fratelli d’Italia.