“I dati del Rapporto annuale 2025 dell’Istat mostrano che nel 2024 le retribuzioni nominali sono cresciute più dell’inflazione, consentendo un parziale recupero della perdita di potere di acquisto del biennio 2021-2022. Purtroppo l’inflazione, che diminuisce il potere d’acquisto delle famiglie e colpisce prevalentemente i meno abbienti, è la causa di limitate sacche di povertà.
L’Istat evidenzia però che alla fine del 2024 la crescita delle retribuzioni contrattuali per dipendente è stata pari al 10,1% rispetto all’inizio del 2019, a fronte di un aumento dell’inflazione (IPCA) pari al 21,6%. Nei primi mesi del 2025 la crescita delle retribuzioni contrattuali è rimasta robusta.
L’inflazione al consumo in Italia, misurata attraverso l’indice armonizzato (IPCA), nel 2024 è stata pari all’1,1%, significativamente più bassa rispetto alle altre maggiori economie europee e di 1,3 punti percentuali inferiore alla media della Uem (2,4%).
L’andamento dell’inflazione in corso d’anno ha riflesso soprattutto la dinamica dei prezzi dei beni energetici e alimentari, e negli ultimi mesi ha dato segnali di accelerazione, superando in marzo e aprile il 2%: ad aprile l’inflazione acquisita per il 2025 è pari all’1,9%.
Inoltre come riportato da un recente report della Federazione Autonoma Bancari Italiani (FABI), la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane ha continuato a crescere nel 2024, aumentando di 250 miliardi, superando per la prima volta la soglia dei 6.000 miliardi di euro.
Se si considera la variazione dal periodo pre-pandemia, ovvero dal 2019, l’ammontare complessivo della ricchezza finanziaria delle famiglie italiane è salito di 1.367 miliardi (+29,3%).
Sul fronte della liquidità, dopo il rallentamento del 2023, causato principalmente dall’inflazione e dal consumo di risorse per fronteggiare l’aumento dei prezzi, i conti correnti e i depositi registrano una leggera crescita (+1,02%), attestandosi a 1.593 miliardi.
Le politiche redistributive attuate dal Governo ad ausilio dei redditi più bassi e le politiche di sostegno al potere d’acquisto in favore delle famiglie con maggiori difficoltà economiche hanno consentito il raggiungimento di obiettivi importanti, contribuendo a mitigare l’effetto dell’inflazione sulla capacità di spesa degli italiani e a mantenere sostanzialmente stabile il dato sulla povertà, nonostante la difficile situazione che questo Governo ha dovuto affrontare con le limitate risorse a disposizione.
Ricordo che da quando il Governo Meloni è in carica il numero degli occupati è cresciuto di oltre 1 milione di unità, precisamente 1.095, e i contratti a tempo indeterminato sono cresciuti di oltre 1,2 milioni di unità”.
Lo afferma in una nota l’On. Walter Rizzetto (FdI), Presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati.