Roma. Siamo all’ultima chiamata, non abbiamo più tempo, non ci sono alternative.

Riceviamo e pubblichiamo contributo a cura del Dipartimento Trasporti di Fratelli d'Italia.

Roma, utilizzando un termine di oggi, è “essenziale” per il sistema Italia, per tanti motivi. Il primo perché è la capitale, e basterebbe soltanto questo.
Negli ultimi dieci anni Roma è cresciuta al di sotto della media nazionale, puntando (in teoria) negli ultimi anni ad una riqualificazione urbana incentrata sulla mobilità sostenibile, sulla realizzazione di nuove infrastrutture e su un Trasporto Pubblico Locale efficace, “punti fermi” del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. Soltanto sulla carta, però.
Gli ultimi dati relativi al “17° Rapporto sulla mobilità degli italiani 2020”, a cura di ISFORT, dipingono uno scenario insostenibile per la nostra Capitale. Prendiamo ad esempio il “sistema metropolitane”. L’età media dei treni è pari 13,1 anni e quasi la metà hanno un’età superiore a 15 anni. Molto peggio il dato relativo ai tram: età media pari a 34,1 anni e quindi la totalità dei mezzi (100%) detiene un’età superiore a 15 anni.
Tralasciando i casi storici di Londra e Parigi, la tendenza a cui riferirsi è senz’altro Madrid, città che sempre più spesso viene confrontata con Roma. Il Rapporto ISFORT cita espressamente come “La capitale spagnola ha infatti un’estesa della rete (290 km) che da sola è più lunga del totale dei km disponibili delle città italiane; rispetto a Roma è una dotazione di quasi cinque volte superiore. E si tratta di una città che ha saputo realizzare questa rete infrastrutturale in tempi nettamente più rapidi rispetto ai tempi medi di costruzione che caratterizzano l’esperienza italiana”.
Tali criticità comportano un incremento significativo del traffico cittadino con il conseguente aumento dei valori medi di PM10: il confronto tra agosto 2020 e febbraio 2020 evidenzia una crescita dell’8,3% dei livelli di particolato rilevati dalle stazioni traffico nella nostra città (Fonte: elaborazioni Isfort su dati EEA, Air Quality and Covid-19).
Per tutta risposta, l’attuale Amministrazione Comunale ha voluto puntare lo sviluppo del sistema dei trasporti romano sulla micro mobilità ed in particolare sulla condivisione dei monopattini (fino a 16 mila condivisione, così come si legge dal Rapporto ISFORT). Il risultato è sotto gli occhi di tutti, non c’è bisogno di alcun commento, a maggior ragione se le regole di circolazione per i dispositivi privati o in sharing, a Roma, sono quelle sancite dal Decreto nazionale “Milleproroghe”, diversamente da altre città in cui esiste una normativa locale specifica (guarda caso, uno dei primi Comuni ad adottare un proprio Regolamento è stato quello Genova, governato giusto appunto dalla coalizione di Centro Destra).
Ma non è tutto.
Lo “sprawl urbano”, dovuto al fenomeno della “città diffusa”, ha prodotto una evoluzione esponenziale di traffico e congestione in ambito locale e metropolitano, senza raggiungere alcun obiettivo di performance. Gli obiettivi di una visione di lungo periodo orientati alla trasformazione del sistema stradale da un sistema “romano-centrico” ad un sistema a “maglia larga” sono stati grandemente disattesi. Non vi è traccia della struttura formata dalla direttrice autostradale nord – sud (A1 Milano – Napoli), che nell’area romana si configura sulla bretella autostradale “Fiano – San Cesareo”, e dalle arterie radiali romano – centriche convergenti sul Grande Raccordo Anulare, collettore di flussi di traffico nazionale, regionale e locale.
Il rafforzamento del sistema ferroviario dell’Alta Velocità e la realizzazione di collegamenti trasversali a maglia larga non hanno portato migliorie al sistema locale, anzi hanno acuito i problemi di collegamento fra i diversi centri urbani della “prima corona” e la città di Roma. Ed in tutto questo il Trasporto Pubblico Locale, modalità primaria per gli spostamenti sistematici, occasionali e turistici, ancora oggi non espleta la sua missione “core”.
I prossimi cinque anni saranno fondamentali e definitivi per ricollocare Roma, sia nel contesto nazionale che internazionale, nel posto in cui merita e in cui può stare (il paragone con Parigi, Londra e Madrid non è affatto casuale). È negli occhi di ognuno, nel comune sentire, come oramai sia irrimandabile una profonda e complessa azione di ridefinizione reputazionale della nostra Capitale.
Roma non deve più essere percepita come la città in cui non funziona il sistema del TPL, bruciano gli autobus, gli ascensori si bloccano, le scale mobili cedono con il peso degli utenti, le linee metropolitane si fermano in continuazione ed i filobus rimangono parcheggiati all’interno dei depositi del gestore dei servizi.
Il nostro programma elettorale, ma tecnico nello stesso momento, individua azioni e misure da porre in scenari a breve termine, abbandonando di fatto la teoria del “Libro dei sogni”.
Riteniamo fondamentali i rapporti di tutto il Consiglio di Roma Capitale con i Governi dei Municipi, con le associazioni di categoria, con i cittadini, con le forze sindacali, i quali consentiranno la trasformazione del programma in interventi concreti e coerenti con la coalizione di centrodestra.
Con la quale intendiamo condividere un programma sui trasporti basato sulla costruzione di una nuova reputazione per la città di Roma, che dovrà avvenire attraverso il raggiungimento di alcuni punti cardine della nostra proposta: riorganizzazione dei servizi su gomma e nuova Governance per la gestione del TPL, miglioramento dei costi attraverso l’aumento della velocità commerciale dei servizi, interconnessione tra TPL e mobilità sostenibile, servizi a flussi intensi.
Questo è dovuto alla città di Roma, a Roma Capitale.

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