La risoluzione che chiedeva un immediato cessate il fuoco a Gaza, presentata dagli Stati Uniti al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ha ricevuto 11 voti a favore, 3 contrari (Russia, Cina e Algeria) e un’astensione.
Nonostante la schiacciante maggioranza ottenuta, la risoluzione non ha potuto essere approvata per il veto di Mosca e Pechino. Il testo indicava “la necessità di un immediato e duraturo cessate il fuoco, per proteggere i civili di tutte le parti, consentire la consegna di aiuti umanitari essenziali e, a tal fine, sostenere senza riserve gli sforzi diplomatici internazionali per raggiungere tale cessate il fuoco insieme al rilascio degli ostaggi ancora detenuti”.
“Abbiamo presentato una risoluzione, attualmente all’attenzione del Consiglio di Sicurezza, che chiede un immediato cessate il fuoco legato al rilascio degli ostaggi, e speriamo sinceramente che tutti i paesi la sostengano”, ha dichiarato mercoledì il segretario di Stato americano, Antony Blinken, al canale televisivo saudita Al Hadath durante una visita al regno saudita.
D’altra parte, Giorgia Meloni ha espresso questa settimana la sua ferma opposizione a una possibile incursione terrestre delle forze israeliane a Rafah, situata nel sud della Striscia di Gaza.
Durante una sessione al Senato, il Primo Ministro ha sottolineato le possibili terribili conseguenze per i civili ammassati in quella zona che potrebbe comportare un’azione militare di questo tipo.
“Ribadiamo la nostra opposizione a un’azione militare sul campo da parte di Israele a Rafah, che potrebbe avere conseguenze ancora più catastrofiche per i civili stipati in quella zona”, sono state le parole esatte rivolte da Meloni ai legislatori, sottolineando la critica situazione umanitaria a Gaza.
Ha anche evidenziato l’importanza di garantire l’accesso agli aiuti umanitari nell’enclave palestinese, proponendo l’apertura di nuove rotte terrestri e un corridoio marittimo da Cipro a Gaza, come misure prioritarie per facilitare la consegna sicura di tali aiuti.