“L’occupazione sta facendo registrare numeri record, anche grazie alle misure che abbiamo adottato in questi primi mesi. Naturalmente la condizione dei lavoratori, soprattutto dei giovani, che percepiscono retribuzioni non decorose, non solo ci preoccupa ma ci ha già spinto a intervenire sul cuneo fiscale aumentando il netto in busta paga e a incentivare le imprese che assumono giovani under 36 e Neet”. Così il senatore Michele Barcaiuolo, di Fratelli d’Italia. Il quale aggiunge: “Non sono convinto che al salario minimo si possa arrivare per legge e l’approccio del Governo va nella direzione di favorire una contrattazione collettiva sempre più virtuosa, investire sul welfare aziendale, agire su agevolazioni fiscali e contributive, stimolare i rinnovi contrattuali laddove necessario. Il tavolo con le parti sociali è sempre aperto e noi ci confrontiamo con tutti senza preclusioni”. Il parlamentare di FdI, dunque, osserva: “Continua, tuttavia, il teatrino della sinistra: Schlein, Conte e Landini attaccano il Governo accusandolo di volere aumentare la precarietà. Peccato che, grazie alla crescita economica ed occupazionale, come certificano i dati Istat, l’Italia di Giorgia Meloni mostri risultati migliori rispetto al resto delle nazioni dell’Eurozona. D’altra parte, che la confusione nelle sinistre regni sovrana, è fatto acquisito. Non solo l’ex ministro Damiano ritenne dannosa per i lavoratori la proposta di salario minimo per legge, ma Pd, 5 stelle e Italia viva, al governo per quasi due anni, si sono ben guardati dall’approvarla. Oggi, invece, la segretaria del Pd, per ragioni di concorrenza elettorale con i 5 stelle, confonde il salario minimo con la giusta retribuzione e le altrettanto giuste tutele contrattuali, pur di andare contro il governo Meloni. E ancora, il presidente del Pd Stefano Bonaccini, nella campagna elettorale dello scorso settembre, smentiva che fosse intenzione del suo partito chiedere l’introduzione di qualsiasi patrimoniale. A sconfessarlo, declassando il Pd al ruolo di partito delle tasse, ci pensa però oggi la segretaria Schlein che rilancia, ovviamente a Borse aperte, giusto per cercare di fare un po’ di danno, la tassazione delle rendite. Un modo come un altro – conclude Barcaiuolo – per inviare un sinistro messaggio agli investitori, a partire, ad esempio, da quelle centinaia di migliaia di italiani che acquistano i titoli di Stato. E il tutto, più per la nostalgia di un pugno chiuso che per la speranza di un pugno di voti”.