“In calo di consensi nel Paese, la sinistra e alcuni sindacati al traino cercano la ribalta col pretesto del salario minimo, accusando la destra di non curarsi del lavoro povero. Una doppia beffa, perché in dieci anni di governo non hanno mosso un dito per regolare la materia, e soprattutto perché fissare una cifra per legge significherebbe frenare i nuovi contratti nazionali collettivi. E d’altra parte, diceva Montanelli, la sinistra ama così tanto i poveri che ogni volta che sta al potere fa il possibile per farli aumentare di numero”. Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Franco Zaffini, presidente della Commissione Sanità e Lavoro di Palazzo Madama. “Fratelli d’Italia – prosegue -, insieme ai sindacati che guardano in prospettiva e senza paraocchi ideologici al mondo del lavoro, partendo proprio da coloro che percepiscono i salari più bassi, punta invece a una maggiore copertura del mercato con i contratti, attraverso i quali garantire ben più dei 9 euro l’ora che propongono le opposizioni”. Il Parlamentare di FdI aggiunge: “Dunque, la soluzione non è di certo una legge ma piuttosto investire sul welfare aziendale e agire sul taglio del cuneo fiscale, unica misura che permetterebbe davvero al lavoratore di avere più soldi e alle aziende più possibilità di assumere. Questo percorso, tra l’altro, è già iniziato con l’approvazione del decreto Lavoro del primo maggio. Perché di sicuro – conclude Zaffini – i problemi del lavoro non si risolvono con ricette facili, e meno che meno con iniziative propagandistiche, ma spingendo le parti sociali ad estendere a tutti le tutele e le garanzie, anche salariali, dei contratti nazionali collettivi”.
