Salis non lo capisce… occupare è illegale!

Dall’Europa all’Italia, Ilaria Salis continua a difendere l’indifendibile: le occupazioni abusive e i centri sociali. Ma la realtà è chiara: la legalità non è un’opinione

L’ennesima uscita di Ilaria Salis

Ilaria Salis torna sotto i riflettori. Non per un gesto di impegno civile o per una proposta politica concreta, ma per l’ennesima dichiarazione in difesa delle occupazioni abusive. In una recente intervista, la “paladina” dell’illegalità ha ribadito la sua solidarietà al Leoncavallo e a tutti i centri sociali d’Italia. Le sue parole parlano da sole:

Solidarietà al Leoncavallo, a tutti gli spazi sociali di Milano e d’Italia. Il governo usa lo stato di polizia per difendere gli interessi del capitale finanziario. Il problema è che si sta spingendo un po’ troppo oltre. Potrebbe andare a confliggere con quella che è la soglia di sopportazione delle persone.

Affermazioni gravi, che meritano una riflessione. Andiamo con ordine.

Salis difende l’illegalità

Ancora una volta, Salis si scaglia contro lo Stato per difendere ciò che, per legge, è e resta illegale: le occupazioni abusive. Non c’è nulla di romantico o rivoluzionario nell’entrare e restare in una proprietà altrui senza alcun titolo. C’è solo un danno per chi lavora, paga tasse e mutui, e un premio per chi pensa che “tutto sia di tutti”.

La sua battaglia è senza logica: da un lato si riempie la bocca di “diritti”, dall’altro ne ignora uno fondamentale, quello della proprietà privata. Non serve dilungarsi: non le entra in testa che sbaglia. I cittadini onesti non possono essere trattati come fessi, mentre agli abusivi vengono offerti applausi e solidarietà.

Il mantra (comunista) del “capitale finanziario”

Non poteva mancare il richiamo al vecchio armamentario comunista: “il governo difende il capitale finanziario”. Una frase fatta, un’etichetta buttata lì senza cognizione di causa. Quale capitale? Quali interessi?

La verità è che l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha messo in campo provvedimenti concreti per famiglie e imprese: il taglio del cuneo fiscale, l’innalzamento delle pensioni minime, il sostegno alla natalità e il rafforzamento delle politiche per la sicurezza. Altro che “difesa dei capitali”. Qui si difendono gli italiani.

Mentre Salis urla slogan vuoti, i dati raccontano altro: disoccupazione in calo e sostegno reale alle categorie più fragili. È facile utilizzare frasi fatte. Molto più difficile è governare e dare risposte concrete.

Il mito del Leoncavallo

La Salis, poi, tira fuori uno dei cavalli di battaglia della sinistra, delle ultime settimane: il Leoncavallo. Eppure la storia di questo “spazio sociale” è chiara — e noi della “Voce del Patriota”  l’abbiamo già raccontata. Nato nel 1975 dall’occupazione abusiva di uno stabile a Milano, negli anni il Leoncavallo è stato spesso teatro di illegalità: scontri con le forze dell’ordine, episodi di spaccio e violenza.

Dopo decenni di occupazioni e compromessi, lo sgombero del Leoncavallo ha rappresentato una vittoria dello Stato di diritto. Altro che “spazio culturale”: per i residenti della zona, per i cittadini comuni, è sempre stato una roccaforte di illegalità. Difenderlo oggi significa ignorare decenni di disagi inflitti a chi in quei quartieri ci vive davvero.

La maschera cade: la violenza dietro le parole

Ma è nell’ultima parte della sua intervista che Ilaria Salis mostra davvero la sua natura. La frase è inquietante: “Il governo potrebbe andare a confliggere con la soglia di sopportazione delle persone.

Tradotto: attenzione, perché se insistete sulla legalità, qualcuno potrebbe passare alla violenza. Un avvertimento in perfetto stile facinoroso, che richiama alla memoria le vicende ungheresi della stessa Salis, arrestata con accuse legate ad aggressioni e azioni violente.

Oggi Salis cerca di nascondersi con parole altisonanti e slogan, ma il suo messaggio è lo stesso: lo Stato che difende la legge diventa il nemico, mentre chi la infrange va protetto.

La vera soglia di sopportazione: quella dei cittadini onesti

La soglia di sopportazione, però, non è quella evocata da Salis. È quella dei cittadini onesti, che da decenni vedono difesi occupanti e violenti mentre i loro diritti vengono ignorati. È la soglia di chi lavora, paga le tasse, rispetta le regole e si ritrova beffato da chi occupa, devasta e chiama tutto questo “resistenza”.

Il governo Meloni ha avuto il coraggio di dire basta. Basta zone franche, basta centri sociali intoccabili. Lo Stato di diritto non è negoziabile, e chi lo minaccia con avvertimenti più o meno velati dimostra solo di non avere nulla di costruttivo da proporre.

Ilaria Salis, la verità è che il suo discorso è logoro e pericoloso. La legalità non può essere sospesa per compiacere chi urla di più. Se davvero vuole contribuire al futuro del Paese, inizi col riconoscere un principio semplice: occupare è illegale. Punto. Tutto il resto è propaganda che fa male non solo alla politica, ma soprattutto agli italiani onesti che meritano rispetto e, soprattutto, sicurezza.

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Michele Intartaglia
Michele Intartaglia
Michele Intartaglia, classe 2004, originario di Procida. Studente di Scienze Politiche alla LUISS Guido Carli.

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