Salvini nelle spire del serpente abbiamo titolato anche se, a ben vedere, non è di un serpente che si tratta quanto di un grosso bruco peloso, di quelli cicciotti e in un certo senso anche bellini da guardare, con la pelle dai colori sgargianti che si illuminano sotto la luce mentre l’animaletto dinoccolato e innocuo all’apparenza, divora il fogliame. E già, perché carini saranno anche carini questi bruchi pelosi, ma spesso sono totalmente dannosi e qualche volta anche pericolosamente urticanti. In pratica: il Movimento 5stelle del pianeta animale. Non così pericolosi da essere tenuti, graziosi da ingannare, ma completamente inutili nella migliore delle ipotesi e devastanti nella peggiore.
Ci doveva pensare Salvini quando ha scelto di andarci al governo insieme perché anche se ora sembra vivere una sorta di zuccherosa luna di miele con l’elettorato tutto che lo incoraggia, lo acclama e lo applaude anche quando si allaccia le stringhe delle scarpe, il segretario della Lega nonché vicepremier e ministro dell’Interno, qualche problemino con gli alleati a 5 stelle comincia proprio ad averlo. O meglio, diciamo che i grillini per tentare di non perdere altri voti dopo le terribili emorragie vissute in Molise e Sardegna ce la stanno mettendo tutta per portare avanti quei capitoli della loro politica che sono in diretto conflitto con la politica leghista e quindi con l’elettorato di Salvini .
Le ostilità si sono aperte non proprio sotto tono quando Di Maio ha portato il primo attacco al collega leghista dando fiato alle trombe sul reddito di cittadinanza. Una trovata che per la verità era nel contratto di governo, ma che i grillini si sono sbrigati a buttare sul piatto non appena hanno visto il clamore e l’approvazione incassata dall’alleato grazie a qualche scontato provvedimento sui migranti. Provvedimenti che probabilmente avrebbero preso anche i piddini se fossero riusciti a restare in sella qualche altro mese, tanto era evidente come gli italiani non digerissero più la situazione sbarchi.
Ma tant’è, mentre Salvini incassava il primo successo, Di Maio era obbligato ad inseguire oltre a tutto in un clima di ostilità della maggior parte degli italiani che una proposta basata tutta sull’assistenza non la vedono poi troppo bene. E così di questo passo, fino a che il leader dei 5 stelle non si è visto obbligato a schierare di nuovo tutto il repertorio dai No-Vax ai No-Tav in poi. In tutto questo il deprimente spettacolo di un’Italia sempre più ai margini dei grandi paesi industrializzati e con stime per il futuro sempre più in caduta libera.
Quello che davvero suona strano, non è tanto il direttorio dei 5stelle che caccia fuori qualcuno per mostrare la propria intransigenza mentre cambia le regole per non far perdere la poltrona a chi conta davvero, ma Salvini, che sembra più attaccato ai grillini dei grillini stessi. Perché , verrebbe da chiedersi. Probabilmente si è convinto di poter essere un uomo solo al comando, e che con i 5 stelle gli sia più facile arrivarci piuttosto che con il centrodestra riunificato. Quello che pare non conoscere minimamente è la propensione tipica degli italiani che li porta ad amarti alla follia in un lampo, salvo appenderti per i piedi un attimo dopo quando decidono che sei tu la causa di tutti i suoi mali. Vero o falso che sia, poco importa…