Santori da Benetton e Toscani. La nuova missione delle sardine a sostegno del PD.

È talmente recente l’esordio ittico sul panorama politico italiano, che non possiamo non rammentare nitidamente le prime istanze portate in piazza dal giovane Santori e dai suoi seguaci: “siamo partiti da un punto condiviso: per affermare un’idea non devo per forza aggredire qualcuno ma posso affermarlo in modo pacifico e complesso”. Questo dichiarava Santori solo due mesi orsono, per poi snocciolare improbabili punti di un evanescente “programma” il cui unico intento manifesto era di mettere il bavaglio alle minoranze. E d’improvviso, dopo alcune piazze condite da coloratissimi cartelloni, in compagnia di ogni sorta di sponsor simil buonista, coccolatissimi dal mainstream, I nostri pescetti si sono lanciati con i trampoli nella prima vera e propria campagna elettorale, virando naturalmente sull’unica regione che verosimilmente avrebbe potuto garantire il successo. E via, con in mano il pallone da basket, ineffabile (e ancora inspiegabile) metafora della riforma sulla prescrizione, a chiudere la campagna elettorale di Bonaccini in Emilia, dove immaginiamo che racimoleranno con ogni probabilità un assessorato (si scommette su politiche giovanili, servizi sociali o più ironicamente … caccia e pesca). Ma è notizia di ieri che i vertici delle sardine hanno avuto un meeting con Luciano Benetton e il fotografo Oliviero Toscani alla “Fabrica” dei Benetton, nel “centro di sovversione culturale” di Treviso. Lo spazio, fondato proprio da Benetton e Toscani e che ospita ragazzi che sperimentano la comunicazione. Santori parla di un incontro stimolante, destinato a concretizzare una collaborazione proficua. Il resto del mondo, che cretino non è, ci legge invece un gioco più sottile. Appare di un nitore adamantino che i pescetti azzurri si siano resi latori di un rassicurante messaggio politico per i Benetton. La revoca delle concessioni ad autostrade italiane non s’ha da fare. Don Rodrigo Zingaretti spedisce i suoi bravi per blindare la posizione del pd, che vuole ammansire i colleghi pentastellati di governo ancora recalcitranti. Autostrade Italiane non si tocca. E dopo lo ius soli e Bibbiano, anche sulla revoca delle concessioni il partito democratico si serve del finto movimentismo creato in laboratorio per rafforzare il proprio messaggio. Che pena e che amarezza sia nel merito che nel metodo. Ancora più amaro l’epilogo se pensiamo che il punto di partenza di Santori & co era l’avversione al linguaggio d’odio e mentre ci ammoniscono dicendo che non serve offendere gli avversari, fanno coppia con Toscani, che solo un anno fa vomitava in radio parole “d’amore” per Giorgia Meloni, definendola brutta volgare e ritardata. Santori con Toscani, fulgido esempio di un linguaggio politico rispettoso inclusivo e civile, forse un po’ sessista, ma “pacifico e complesso”, proprio come piace a loro.

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