La protesta politica per gaza indetta dai sindacati di base aveva l’obiettivo di “bloccare tutto”, ebbene molte città d’Italia, da Nord a Sud, sono nel caos. Porti bloccati, treni in ritardo e cancellati, trasporto pubblico locale che funziona a singhiozzo, impedito l’accesso a molte università, a causa della sciopero iniziato a mezzanotte, della durata di 24 ore.
Città paralizzate
Roma completamente paralizzata, soprattutto la zona centrale dove circa 20mila persone si sono riunite (in zona stazione Termini) per il corteo che si snoderà in varie zone della Capitale: “Ci dirigeremo verso i punti nevralgici del centro cittadino – affermano i manifestanti al microfono – sarà una lunga giornata”. “Stop al genocidio, stop accordi con Israele”, si legge su uno degli striscioni in testa, mentre tra un intervento e l’altro la folla scandisce “Free free Palestine”.
Migliaia di persone in piazza a Trento “per manifestare il sostegno incondizionato alla missione umanitaria della Global Sumud Flotilla e chiedere la tutela dei volontari impegnati a portare aiuti al popolo palestinese. Se oggi c’è un terrorista questo si chiama Netanyahu. Se c’è un delinquente si chiama Netanyahu. Se oggi c’è uno Stato terrorista è lo Stato di Israele”, ha detto il portavoce del Cub Trento, Ezio Casagranda. “Blocchiamo tutto – gli ha fatto eco Fulvio Flamini dell’Sbm – significa anzitutto fermare il genocidio in atto a Gaza ed in tutta la Palestina da parte delle brutali forze armate sioniste”. Pensare di fermare la guerra a Gaza impedendo agli italiani di condurre la propria vita in questo lunedì nero…
Treni cancellati e ritardi fino a 120 minuti, in stazione Centrale a Milano, per lo sciopero indetto dall’Unione sindacale di base per chiedere il cessate il fuoco a Gaza, per sostenere la Global Sumud Flotilla e per chiedere al governo lo stop delle relazioni con Israele. La tempesta perfetta: sciopero e maltempo. I porti di Genova e Livorno bloccati da migliaia di giovani con gli accessi doganali inutilizzabili.
A Torino attivisti pro Pal e studenti bloccano gli ingressi del Campus universitario Einaudi per impedire le lezioni. Altri blocchi sono previsti in altre sedi universitarie e nelle scuole superiori. “Anche noi dobbiamo svuotare le aule perché è nelle scuole che si riproduce tutta la società – scrivono i comitati studenteschi -. Fermiamo le scuole, fermiamo le città, fermiamo il mondo, perché a Gaza non ci sono più aule, non ci sono più ospedali, non c’è più tempo. Blocchiamo tutto per Gaza, non possiamo più rimandare la costruzione di un mondo decente”.
I sindacati contro il governo si dimenticano dei lavoratori
La Usb rivendica “80 piazze” e “decine di migliaia di persone”. Il risultato sono studenti che non possono studiare, pendolari che non possono viaggiare, cittadini bloccati per ore nel traffico. “Ritengo che ci siano davvero altri modi. La guerra nella Striscia crea forte sconcerto. Ma questo sciopero ha una connotazione politica e rischia di essere inefficace. Non cogliamo un reale interesse da parte del personale scolastico a manifestare scioperando”, afferma senza mezzi termini Ivana Barbacci, segretario della Cisl Scuola, a “il Giornale”. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, commenta così lo sciopero ai microfoni di Rtl 102.5: “Stiamo lavorando al massimo per offrire un servizio pressoché normale. Nelle prossime settimane sono proclamati 44 scioperi, 23 a livello nazionale su cui non possiamo intervenire e 21 a livello locale”. Bisogna “ragionare tutti insieme non in senso punitivo ma propositivo su una revisione delle norme sugli scioperi. Nessuno vuole toccare il diritto di sciopero ma bisogna avviare una riflessione”.
Lotta politica che Landini e compagni travestono da lotta politica per fare opposizione al governo Meloni, dimenticandosi del ruolo che avrebbero, ossia garantire i diritti dei lavoratori e tutelare i milioni di italiani che ogni giorno lavorano per guadagnarsi lo stipendio. “Se per la sinistra racimolare voti significa paralizzare il Paese, allora il livello è davvero desolante”, sottolinea una giovane pendolare che rischia di perdere il lavoro, impossibilitata a raggiungere Roma.