Scuola, Rampelli (FdI): integrazione con equilibrio senza penalizzare gli studenti

“Quanto sostenuto dal ministro Valditara rientra perfettamente nel processo di integrazione scolastica che deve basarsi su un equilibrio tra studenti di diversa origine linguistica e culturale. Ci sono in tutta Italia situazioni di pesante squilibrio, classi in cui la minoranza è costituita da studenti italiani e italofoni, i cui ritmi di apprendimento sono stati adeguati a quelli di alunni non italofoni. A Roma per esempio una scuola aveva una classe con 20 bambini cinesi e 5 italiani, un’altra aveva un solo bambino italiano o italofono su 24 bengalesi, la Carlo Pisacane a Tor Pignattare. Scuola che ha subito un esodo di famiglie italiane stanche di vedere i propri figli condizionati dai tempi didattici ritagliati sui non Italofoni, con un oggettivo peggioramento della qualità dell’insegnamento. Questo squilibrio, denunciato anni fa e ora divenuto patologico indusse il Governo D’Alema a introdurre limiti numerici di presenza di stranieri nelle classi proprio per favorire la loro integrazione e per non rallentare il processo di apprendimento dei bambini italiani o italofoni.
L’equa distribuzione di bambini stranieri nelle scuole avrebbe dovuto contribuire non solo a evitare classi ma anche quartieri ghetto, cercando di favorire una presenza più armonica delle comunità di stranieri nelle città.
Quel Dpr fu firmato da Ciampi (dpr 394 del 1999) ed è stato deciso da un governo di centrosinistra, anzi di sinistra-centro visto che per la prima volta era presieduto da un ex comunista. Razzista pure lui? Chi grida oggi allo scandalo è un somaro, ignora o dimentica chi fu l’artefice di quella decisione e come al solito strumentalizza problemi seri invece di affrontarli per risolverli”. È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.

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