“Nella scuola primaria “Valeria Crocini” di San Giorgio a Colonica, frazione del comune di Prato, non verrà formata nessuna classe prima a causa della presenza di un numero insufficiente di alunni. I bambini della frazione saranno costretti a frequentare la scuola primaria della frazione di Paperino, una situazione che mette in difficoltà intere famiglie alle prese con tempi stretti o con organizzazioni che contano, ad esempio, sui nonni per portare a scuola i bambini e tornare a prenderli all’uscita. La prima classe della scuola primaria di San Giorgio a Colonica non verrà formata per soli 4 bambini, che sarebbero stati necessari per raggiungere il numero minimo legale di 15” fanno sapere i Consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Gabriele Veneri, componente della Commissione Istruzione, e Alessandro Capecchi.
“Con una mozione, come Fratelli d’Italia, chiediamo che la Regione intervenga presso gli enti locali di riferimento e presso il Ministero della Pubblica Istruzione per rimodulare il numero minimo e massimo di alunni per classe nelle scuole di ogni ordine e grado, in funzione delle esigenze dei cittadini, in modo da garantire la sicurezza degli alunni e una didattica efficiente ed inclusiva -sottolineano Vener e Capecchii- Il decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81 ha stabilito per le classi di scuola primaria un numero minimo di alunni di 15 unità e un massimo di 27. A questi numeri è possibile derogare per un ammontare massimo del 10%. Nei prossimi dieci anni in Italia saranno previsti un milione di alunni in meno a causa del persistente calo demografico e dell’invecchiamento della popolazione. In Italia i bambini che frequentano la scuola primaria sono diminuiti di oltre il 40% rispetto agli anni ‘70, mentre il numero medio degli alunni per classe è rimasto sostanzialmente invariato a causa della diminuzione di circa il 50% nel numero delle scuole. Fattori che portano le varie scuole ad avere forti difficoltà a formare nuove classi, e creano un altro problema che è il sovraffollamento delle aule scolastiche, assolutamente controproducente in periodo di pandemia”.