“Se mi chiudi non mi chiedi”, il flash mob di FdI davanti Palazzo Chigi sulle cartelle esattoriali

Flash mob di Fratelli d’Italia davanti Palazzo Chigi: il leader Giorgia Meloni e i parlamentari del partito hanno consegnato simbolicamente al presidente del Consiglio Draghi e al Governo una maxi-busta per lanciare la proposta del movimento sul tema delle cartelle esattoriali.

L’avviso nella maxi-lettera ricalca la tipica notifica dell’Agenzia delle Entrate e si apre con la domanda “Chi pagherà per tutto questo?”. E poi snocciola i numeri sul disastro economico ed economico della pandemia: 444 mila occupati in meno nel 2020 (di cui 209 mila autonomi), -8,9% di PIL, 320 miliardi di euro di fatturato persi da imprese e partite Iva, oltre 300 mila imprese sparite nel 2020 solo nel settore del commercio e dei servizi.

Lo slogan “se mi chiudi non mi chiedi” chiude l’avviso e sintetizza la proposta di Fratelli d’Italia: finché non ci sarà la ripresa economica, lo Stato non deve chiedere nulla alle imprese e ai relativi dipendenti di quei settori che non hanno potuto lavorare a causa delle restrizioni del Governo e che per questo hanno subito un danno.

«Chiediamo una pace fiscale reale – ha scritto su Facebook il presidente Meloni – : lo Stato deve distinguere tra chi ha continuato ad avere uno stipendio e chi lo ha perso a causa delle restrizioni. Non si può pretendere dalle famiglie rimaste senza reddito e dalle aziende che stanno chiudendo i battenti per via delle misure decise dal Governo di saldare le cartelle esattoriali. Presenteremo i nostri emendamenti per chiedere ossigeno vero per famiglie e imprese che sono in ginocchio per l’emergenza Covid. Draghi dimostri con i fatti di essere in netta discontinuità con Conte».

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8 Commenti

  1. D’accordo su tutto. Se posso aggiungere due parole sulle pensioni che sono bloccate da anni e due parole sugli immigrati invasori che fra qualche anno comanderanno l’Italia.
    Grazie Giorgia ,facciamoci sentire da questi disonorevoli di sinistra anti Italiani.

  2. Suggerimento di proposta di legge per salvare le imprese Italiane. Dato che non ci sono soldi per dare ristori alle imprese/P.Iva almeno compensare con un credito d’imposta, tasse e/o cartelle esattoriali arretrate non pagate, esempio chi nel 2020 ha perso 50.000€ di fatturato, non prende nessun ristoro, ma in cambio gli viene riconosciuto un credito d’imposta di pari importo per eventuali tasse future o cartelle esattoriali arretrate. Lo stato non tira fuori soldi, chi è in pari per non perdere il credito d’imposta sarebbe incentivato a continuare scommettendo sulla ripresa e chi è in debito lo scala trovando comunque un incentivo a non chiudere e continuare la propria attività.
    Sarebbe comunque una misura di aiuto e attenuerebbe la desertificazione di imprese in corso. Questo vorrei dal mio partito e da uno stato Equo. Saluti Leonardo

  3. Buongiorno,
    condivido pienamente.
     
    I commercianti italiani che hanno ancora delle cartelle esattoriali da pagare, grazie al decreto Sostegno del Governo Draghi, si trovano in una situazione debitoria peggiore rispetto a quando c’era il Governo Conte. Semplicemente perché il nuovo decreto obbliga il SALDO delle cartelle esattoriali dell’anno 2020 entro il 31/7/2021 e il SALDO delle cartelle dell’anno 2121 entro il 30/11/2021. Praticamente nel corso di quest’anno, bisogna fare il SALDO di due anni di pagamenti, che prima erano rateizzati.
    Al posto d’aiutare la forza produttiva del Paese Italia, in questo modo la si colpisce ulteriormente. Senza vantaggio per nessuno.
     
    Se un commerciante prima riusciva a malapena a pagare una rata ogni tre mesi come si può pensare che oggi possa fare il saldo di ben 8 rate nell’arco di pochi mesi!
    Senza avere potuto lavorare a causa del COVID!
    Chi deve pagare una cartella esattoriale non è un evasore fiscale a prescindere. Le tasse sono molte e spesso esagerate. La crisi economica crea situazioni lavorative difficili da sostenere.
     
    Forse qualcuno al Governo non si è accorto che siamo ancora in piena crisi economica, sociale e sanitaria. Con l’Italia ferma, con le aziende chiuse. Le famiglie disperate! E la situazione non migliora nell’arco di poco tempo.
     
    Per salvare il settore dei commercianti/artigiani/imprenditori occorre far notare ai Ministri del Governo, che devono rivedere questa richiesta di pagamento. Quantomeno i pagamenti delle cartelle devono essere di nuovo RATEIZZATI, a partire da quando la crisi inizia a terminare. Non è possibile sostenere il SALDO. Ancor meno di due anni!
     
    Per salvare le aziende serve la pace fiscale, serve un anno fiscale bianco. Altrimenti andremo a contare decine e decine di aziende in fallimento, di famiglie sul lastrico.
     
    Un Governo comandato da un grande economista come il Dott. Draghi non può chiedere una cosa del genere. Priva di fondamento e buon senso costruttivo. Le aziende in questo periodo non hanno potuto lavorare e incassare soldi, forse riusciranno a malapena a ripartire non ha pagare un accumulo di cartelle!
     
    Se non vuole creare la morte del sistema produttivo, il Governo deve almeno fare uno sconto del 50% dell’importo della cartella e con il pagamento rateizzato a partire da gennaio 2022!
     
    Faccio notare che il Dott. Draghi quando ha dovuto salvare il sistema bancario europeo ha fatto l’unica utile e intelligente. Ha stampato 60 mld al mese e immessi nel circuito bancario. Ma per salvare gl’italiani? Chiede il SALDO?
     
    Mi scuso per lo lo sfogo, ma le ns aziende e le ns famiglie sono in una situazione molto difficile che molto probabilmente peggiorerà quando toglieranno il blocco dei licenziamenti. Non sono i Bonus che le possono salvare.
     

    Cordiali saluti.
    Marco Flecchia
     

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