Separazione carriere. Giorgianni (FdI): rischio non è Pm superpoliziotto ma criticità investigative 

“Secondo l’ANM, uno dei rischi della riforma sulla separazione delle carriere sarebbe quello di trasformare il pubblico ministero in una sorta di “superpoliziotto”. Magari fosse così! Perché, a giudicare da quanto sta emergendo in questi giorni su alcuni dei casi giudiziari più discussi degli ultimi anni, il vero problema sembra essere l’esatto opposto: procure che hanno mostrato limiti di professionalità nella conduzione delle indagini. I casi di Liliana Resinovich e del delitto di Garlasco sono emblematici. Indagini frettolose, superficiali, condotte con una leggerezza incompatibile con il dovere di accertare la verità. Nel primo caso, solo ora emergono evidenze che smentiscono l’ipotesi del suicidio e aprono scenari inquietanti su un possibile assassino ancora libero. Nell’altro, si scopre che tracce di DNA non rilevate all’epoca potrebbero ribaltare completamente la ricostruzione dell’omicidio, gettando un’ombra pesante sull’intero impianto accusatorio. Siamo di fronte a una crisi di credibilità del sistema investigativo che impone una riflessione seria. Il ruolo del pubblico ministero non può essere quello di un burocrate che si limita a convalidare ciò che arriva dalla polizia giudiziaria, né tantomeno quello di un regista passivo del processo. Il PM deve essere il motore delle indagini, il garante dell’imparzialità e della profondità dell’accertamento. Ecco perché la riforma della giustizia non va temuta, ma completata con coraggio. Serve più competenza e più rigore, perché non è più tollerabile che la verità venga fuori dopo dieci o vent’anni, o che venga sepolta sotto errori macroscopici e omissioni investigative. La giustizia si misura nei tribunali, ma la sua dignità si costruisce nelle indagini”. Lo dichiara Letizia Giorgianni, deputato di Fratelli d’Italia. 

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