Chi mai poteva supporre che il vaccino anticovid avrebbe preso il posto di Berlusconi nell’incarnare l’oggetto di idolatria da parte di metà degli italiani e, contemporaneamente, il bersaglio dell’odio nutrito dall’altra metà?
Ai tempi del terremoto dell’Aquila bastava semplicemente osservare che l’allora Primo Ministro aveva ricostruito le case da destinare ai sinistrati nel giro di sei mesi facendo lavorare 24 ore al giorno le ditte appaltatrici, per fare la figura di beceri berlusconiani degni soltanto di essere espulsi non solo dai salotti chic, ma anche dal consesso civile solo perché attribuivano un merito al Cavaliere: oggi, a ruoli invertiti, è sufficiente affermare che questo vaccino sperimentale non è proprio il miracoloso salvavita che ci si aspettava, per essere inchiodati al ruolo di perversi no-vax anche da parte di quelli che, tempo addietro, accarezzavano i no-vax, allora contrari al vaccino antimorbillo e antimeningite, con la stessa trepida tenerezza con cui accarezzavano i bravi ragazzi ecologisti e no-Tav.
Insomma il Berlusconi-demonio è stato sostituito dal Vaccino-salvatore, ma i meccanismi di contrapposizione odio-amore scattano sempre con la stessa logica , con il contributo determinante dei Social-media, ormai degni successori, e assai più efficaci, dei vecchi propagandisti politici anti o pro-comunisti del secolo scorso.
Ma allora, almeno, erano in gioco temi di grande respiro collettivo e individuale; poi, dopo l’incarnazione berlusconiana del Male Assoluto (o del Bene Assoluto), siamo ridotti a scannarci su un liquido semitrasparente di cui praticamente nessuno conosce la composizione, ma che, al solo pronunciarne il nome, ci sentiamo percorsi da intensi brividi emozionali.