Sicurezza. De Corato (FdI): per borseggiatrici incinte servono domiciliari con obbligo di firma

“Per le borseggiatrici in gravidanza, spesso e volentieri recidive, occorrono pene più severe ed esemplari, come per esempio gli arresti domiciliari con la firma obbligatoria più volte al giorno. Occorre attuare un regime più severo altrimenti queste ladre le ritroveremmo ancora in giro a delinquere e rubare. In autunno, dopo la riapertura del Parlamento, presenterò una proposta che vada in questa direzione”. Lo dice Riccardo De Corato, deputato di Fratelli d’Italia, vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera ed ex vicesindaco di Milano.
“Occorre una norma precisa che non permetta discrezionalità. Ho appreso infatti che a Monza una cittadina bosniaca condannata a 9 mesi di reclusione per scippi e reati contro la persona, solamente perché incinta del decimo figlio, non finirà in carcere. La Procura di Milano, lo scorso mese, per un caso molto simile che aveva visto protagonista una borseggiatrice di 32 anni con precedenti, si è comportata invece in maniera diversa. Per questa donna, infatti, costituitasi con il proprio legale pensando di ‘farla franca’, è scattato immediatamente il carcere. Da qualche mese, l’articolo 146 del Codice penale, che prevedeva il differimento di pene definitive per donne in stato di gravidanza o madri di figli di età inferiore a un anno, è cambiato. Tale procedimento, infatti, ha spesso permesso alle borseggiatrici seriali di rinviare continuamente il loro ingresso in carcere. Ora, la Procura, in seguito a recenti pronunce del Tribunale di Sorveglianza di Milano, ha ritenuto che la precedente disposizione debba essere intesa dal magistrato di Sorveglianza, il quale può procedere ad un giudizio di bilanciamento e quindi può mandare, se lo ritiene opportuno, la donna in carcere”, conclude.

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