Elisabetta Gardini, stiamo assistendo in questi giorni all’imbarazzante caos scuola. Mancano aule, banchi, docenti… orari ridotti. Come vede lei la scuola?
La scuola sta vivendo un momento di grande sofferenza. Dal governo continuano a dirci che negli ultimi sei mesi hanno fatto quello che non è stato fatto in vent’anni, ma è sotto gli occhi di tutti che la situazione è imbarazzante. La scuola è la fucina di idee dove crescono e maturano i nostri ragazzi. Andare allo sbando, navigare a vista non è il modo di procedere. Le nomine dei docenti per esempio non possono essere fatte a settembre, le strutture devono essere adeguate. Se invece di parlare a vanvera di patti educativi con enti che gestiscono palestre, strutture, capannoni, edifici dismessi, cinema, musei, teatri… avessero siglato un patto educativo con la scuola paritaria oggi probabilmente non vedremmo ragazzi che per motivi di spazio ancora non sono entrati in classe. Ancora una volta è l’ideologia che impedisce di dare risposte se è vero come è vero che solo un anno fa la Azzolina sosteneva l’abolizione della scuola pubblica paritaria.
Anche dal punto di vista del lavoro, stiamo assistendo a una profonda crisi. Imprese che chiudono, hotel anche, turismo in ginocchio, giovani che non trovano lavoro, licenziamenti. Una situazione resa ancor più difficoltosa dall’emergenza covid. Cosa fare?
Chi ci governa oggi vorrebbe ridurci a un popolo che vive di sussidi. Il reddito di cittadinanza rappresenta proprio questo. Ed è talmente mal concepito che spesso viene dato anche a terroristi e delinquenti come nel caso degli assassini del piccolo Willy. Per noi invece la difesa del lavoro e il sostegno alle imprese rimangono priorità assolute. La nostra ricetta è sempre quella: minore pressione fiscale, riduzione del costo del lavoro, semplificazione normativa da un lato e investimenti su infrastrutture materiali e immateriali dall’altro. Non sostenere oggi le piccole medie imprese, come sta facendo il governo Conte, significa interrompere quella catena “del saper fare” che si tramanda di generazione in generazione che ha fatto grande il Made in Italy nel mondo e che fa dei nostri territori dei fiori all’occhiello per le produzioni di alta e altissima qualità.
Sicurezza: altro punto imbarazzante. Ogni giorno assistiamo a qualche fatto di cronaca agghiacciante. Fatti che aumentano anche per i tanti clandestini che ingrossano le fila della criminalità. Anche Padova, la sua città, è più volte finita in cima alle classifiche nazionali come città capitale dello spaccio e delle spaccate. Come la vede lei?
Vedo una situazione molto preoccupante e ancor più grave è che il sindaco di Padova minimizzi tutto ciò. Nell’ultima settimana abbiamo assistito a sette spaccate, sette in soli sette giorni, vuol dire una al giorno. E questo non lo possiamo permettere. Anche durante il lockdown i pusher hanno continuato beatamente a spacciare; noi chiusi in casa, controllati anche se andavamo a fare due passi e loro fuori tranquilli beati. Tutto questo è inaccettabile. Come inaccettabili sono i continui episodi di risse, accoltellamenti, furti, rapine a cui assistiamo. Ci sono studentesse e studenti universitari che non si fidano a rincasare la sera da soli. Secondo voi si può vivere così? Padova è una città di cultura, bella, vanta l’Università più antica dopo Bologna. Allora vogliamo o no restituire a Padova quello che merita? Per fare questo però non bastano tanti bei discorsi, ci vuole un’ altra visione del vivere la città e un vero sostegno alle nostre forze dell’ordine a partire da chiare regole di ingaggio che esistono in tutti i Paesi d’Europa tranne che in Italia. Solo da noi se un poliziotto si difende viene processato! È ora di cambiare rotta!