Nel giorno della presentazione del libro “Il delitto di Saman Abbas. Il coraggio di essere libere” di Giammarco Menga, tenutasi presso la Sala dei Caduti di Nassirya al Senato, abbiamo raccolto le riflessioni del senatore Etelwardo Sigismondi, coordinatore di Fratelli d’Italia in Abruzzo.
“Saman voleva solo essere libera. Come le sue coetanee”
Il senatore Sigismondi sottolinea come il libro offra molto più della cronaca di un delitto efferato: «Ci dà l’opportunità di riflettere su una giovane vita spezzata da chi avrebbe dovuto proteggerla: la sua famiglia. Saman voleva semplicemente vivere, studiare, vestirsi come desiderava, amare liberamente. Invece è stata uccisa perché si è opposta a un matrimonio imposto».
Per Sigismondi, la vicenda di Saman mette in luce quanto certi retaggi patriarcali e violenti siano ancora presenti, anche nel nostro Paese, «dove talvolta si tollerano in nome di una malintesa integrazione pratiche culturali inaccettabili».
Accoglienza e reciprocità: diritti sì, ma anche doveri
Alla domanda su come si debba affrontare il tema dell’immigrazione, il senatore risponde con chiarezza: «Si parla molto di accoglienza, ma va ricordato che essa è innanzitutto reciprocità. Oggi chi chiede asilo ottiene un elenco di diritti, mentre i doveri vengono liquidati con una sola riga: “rispettare le leggi”. Non basta. Va chiarito cosa significa vivere nel nostro Stato, rispettare le donne, la parità di genere, le nostre regole fondamentali».
Il ruolo della politica: prevenzione e strumenti per le forze dell’ordine
Sul fronte normativo, Sigismondi evidenzia l’impegno del governo: «Con il decreto Roccella abbiamo inasprito il codice rosso per prevenire la violenza di genere. È un segnale importante. Inoltre, un nuovo disegno di legge governativo mira a rafforzare la protezione delle potenziali vittime, coinvolgendo anche le scuole, i servizi sociali e il territorio».
Il senatore conclude con un appello a una maggiore consapevolezza: «Difendere le nostre donne significa difendere i valori fondanti della nostra civiltà. Saman Abbas ci chiede di non voltarci dall’altra parte».